Maria Grazia Calandrone (Milano, 1964, vive a Roma): poetessa, drammaturga, artista visiva, performer, autrice e conduttrice per Radio 3, scrive per “Corriere della Sera”, “il manifesto” e “Poesia”. Tiene laboratori di poesia nelle scuole (applicando un metodo associativo da lei stessa ideato per studenti, da elementari a universitari), nelle carceri, nei DSM, con i malati di Alzheimer e con i migranti e presta servizio volontario in “Piccoli Maestri”, scuola di lettura per ragazzi. Collabora con Rai Letteratura e Cult Book. Libri: La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005), La macchina responsabile (Crocetti, 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010), L’infinito mélo, pseudoromanzo con Vivavox, cd di sue letture dei propri testi (sossella, 2011), La vita chiara (transeuropa, 2011), Serie fossile (Crocetti, 2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), Per voce sola (ChiPiùNeArt, 2016), raccolta di monologhi teatrali, disegni e fotografie, con cd allegato di Sonia Bergamasco con EstTrio e Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (Gialla Oro pordenonelegge, 2016); è in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi paesi. Porta in scena in Europa il videoconcerto Senza bagaglio
Maria Grazia Calandrone ( inediti )
Sui cardini
La vita è il misericordioso rotolare di una pietra santa nel denso ozio giardiniero. Siamo un peso tenuto sulla strada da fili di vento affetto dal malbianco delle rose. Siamo un corpo che ovunque chiede asilo, un deserto che torna a camminare con l’alba, lustri segnati dal procedere su strade poco ferme come semplici brecce di conoscenza tra lo sguardo che poco posa qui tra giacigli di canapa e cielo. Siamo lo struggimento tramandato del punto tra la crescita del mare e la terra indifesa.
3 aprile 2002
Il portamento dell’albero
Camminavamo a lungo per l’incidenza del sole sulle irrigazioni – ma come fosse nel ricordo, tutti erano come morti e vicini. La nostra pelle si comportava come la scottatura di un’anima lasciata in compagnia delle piante, sensitiva e infelice per la spezzatura del fiore apicale.
Eravamo così uno stormire innocente in una zolla straniera, avevamo l’innocenza dei morti, la stessa acqua ignorante scivolava tra le gemme impugnate dal vento e il passaggio cocciuto di infaticabili uccelli sui cespugli purpurei, pari solo descritte o decadute dal contesto che urtano nella propria omissione e s’imbevono dell’aria del mondo tacendo.
Niente senza di noi rimane in piedi o sale dal fondo di creature piene di calore affacciate tra i piani scoperti dei palazzi come una semina, né l’amara libertà dei ragazzi seduti nella festa con una scalfittura sulla corteccia.
5 aprile 2002
Sbarco tra la pietà delle piante
Il piano aperto della terra
nel tiro orizzontale del vento. La medicazione di un letto di foglie in fondo al viale, tra i limoni e i cani affrontati dal prematuro distacco del giorno che scende a piedi dalle colline. La mulinazione di un dito di vento nella mangiatoia: alla fine del giorno i volti umani in disuso si mescolano ai cani.
Gialle strisce di sole marino. Un leggerissimo risveglio. Nella scuola di ballo la sala delle lezioni è affollata da un vivo strepito amoroso in giacca. Se l’aria è luminosa come d’estate è per quel sogno che non vuole morire.
27 marzo 2002
Maria Grazia Calandrone (Milano, 1964, vive a Roma): poetessa, drammaturga, artista visiva, performer, autrice e conduttrice per Radio 3, scrive per “Corriere della Sera”, “il manifesto” e “Poesia”. Tiene laboratori di poesia nelle scuole (applicando un metodo associativo da lei stessa ideato per studenti, da elementari a universitari), nelle carceri, nei DSM, con i malati di Alzheimer e con i migranti e presta servizio volontario in “Piccoli Maestri”, scuola di lettura per ragazzi. Collabora con Rai Letteratura e Cult Book. Libri: La scimmia randagia (Crocetti, 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005), La macchina responsabile (Crocetti, 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010), L’infinito mélo, pseudoromanzo con Vivavox, cd di sue letture dei propri testi (sossella, 2011), La vita chiara (transeuropa, 2011), Serie fossile (Crocetti, 2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), Per voce sola (ChiPiùNeArt, 2016), raccolta di monologhi teatrali, disegni e fotografie, con cd allegato di Sonia Bergamasco con EstTrio e Gli Scomparsi – storie da “Chi l’ha visto?” (Gialla Oro pordenonelegge, 2016); è in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). Sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi paesi. Porta in scena in Europa il videoconcerto Senza bagaglio. Il suo sito internet su MariaGraziaCalandrone.
Fotografia proprietà dell’autrice.
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