Marco Albé, nato a Legnano nel 1964, vive a Sesto S. Giovanni. Si occupa di ricerca in ambito matematico.
Marco Albé
Inediti
*
me lo posso figurare dio
in piedi alle tre di notte
a disegnare dinosauri, a calcolare
ponti di vertebre e strutture portanti
(che oltretutto piacciano ai paleontologi)
con la barba dell’altroieri e caffè freddo
a litri e poi a inserire uno sviluppo evolutivo
mentre i fogli si accumulano
e ne recita i nomi (pensando
al coro dei persiani) fino all’alba –
e conclude con uno schizzo di luce
(il teropode più piccolo mai vissuto!)
sceglie un trionfo lieve
di due grammi ma un cuore da mille
e duecento battiti al minuto
perché ancora una volta
è innamorato il vecchio strambo
*
la mattina arde nei panneggi
fiamminghi di un’enorme ninfalide
ma c’è ancora un angolo fresco
la farfalla di bash?
(probabilmente una piccola pieride)
e l’istante in cui si posa
sulla campana del tempio
e la sua gravità bianca incurva
a sé il ferro nero e tutto l’haiku
e il tramonto – il momento
per noi, e comprendiamo
finalmente quella fedeltà
che dicono i poeti
a una condizione ineffabile
*
la veglia è l’eloderma e incespica
nella pietraia delle stelle
è il piumaggio stinto dell’ora
che scivola alle spalle stridendo
ma non glielo dirò, la lascio ancora
credersi acque opache e maestose
intente ad estinguere l’incendio —
la copertina pallida a sigillo
a lente pagine di tristezza notturna
Fotografia di proprietà dell’autore.