Laura Garcia Del Castaño – inediti

 Laura Garcia Del CastañoLaura Garcia Del Castaño (Argentina, 1979). Ha pubblicato i libri di poesia Orquídeas (1995, edición de autor), Alba (1997), El grito (2004), La vida en que sueñas (Recovecos, 2012), El animal no domesticado (Pan Comido, 2014) El sueño de Sara Singer (Llanto de mudo, 2014) e Los demonios del mar (Ediciones Del Dock, 2015). Sue poesie si trovano anche nelle antologie Quince (Poetas mujeres de Córdoba) e Antología Poesía 20 años (Llanto de Mudo 2015) Cura il blog: www.lapalabrasembrada.blogspot.com

Laura Garcia Del Castaño

(inediti)
traduzione dallo spagnolo argentino di Antonio Nazzaro

Laura Garcia Del Castaño 01Cada día es un punto
vamos uniendo un recorrido
pautado hasta el final
hasta develar
la trayectoria de  una flecha
el círculo que pudo ser
la colmena
un disparo
una mujer revienta un neumático
se sale del camino
años atrás fumaba en el balcón
pensando el título de un poema
también buscó una clave
tuvo las manos heladas
el corazón en blanco
se puso al resguardo del granizo
dejó el pan a la intemperie
derramó la sal
contuvo el odio
abrió una cama ofreciendo
la liebre tibia de su herida
mientras une
los acontecimientos
sale del camino
ha llegado al punto inicial
ha dado sin pensar
con la forma

Ogni giorno é un punto
uniamo un percorso
definito fino alla fine
fino a svelare
la traiettoria di una freccia
il cerchio che è potuto essere
l’alveare
uno sparo
a una donna scoppia un pneumatico
esce fuori strada
anni addietro fumava sul balcone
pensando al titolo di una poesia
aveva anche cercato una chiave
aveva avuto le mani gelate
il cuore in bianco
si era messo al riparo della grandine
aveva lasciato il pane alle intemperie
aveva versato il sale
aveva trattenuto l’odio
aveva  aperto un letto per offrire
la lepre tiepida della sua ferita
mentre unisce
gli avvenimenti
esce di strada
è arrivata al punto d’inizio
ha realizzato senza pensare
il modo

 

Y es una granada que vivirá para soltarse

Me dijeron: el alma se ve en los velatorios, el alma es un collar que viborea, se va para arriba.
Me dijeron: coloca un frasco vacío bajo el féretro y ayuda al alma a partir mansamente.
Me dijeron: pon una piedra en su mano derecha si fue con disgusto
Me dijeron: vístelo de colores claros así puede espiar su cortejo
Me dijeron: clava alfileres detrás de las puertas así no entra en tu casa
Me dijeron que deja una impresión de vacío como el de la poda
que es una fruta lenta que nos indigesta
un reflector encendido día y noche sobre todo lo que anhelaba no ser visto
Me dijeron que toma el hilo oscuro de un pantano
y cose la tela blanca del porvenir
Me dijeron, trabajar para la muerte no tiene muerte,
todo semilla que entra en tus ojos prende, ningún objeto se extravía,
el vano amor flota en el río, ni el más allá ni el más acá te recuperan.
Me dijeron el alma se ve en los velatorios,
el alma es un collar que viborea
Confiada miré
y creí.

 

Ed è un melograno che vivrà per staccarsi

Mi hanno detto: l’anima si vede nelle veglie funebri, l’anima è una collana che serpeggia, se ne va su.
Mi hanno detto: metti un vaso vuoto sotto il feretro e aiuta l’anima a partire dolcemente.
Mi hanno detto: metti una pietra nella sua mano destra se è avvenuto con dolore
Mi hanno detto: vestilo di colori chiari così può spiare il corteo funebre
Mi hanno detto: inchioda spilli dietro la porta così non entra a casa tua
Mi hanno detto che lascia un’impressione di vuoto come quello della potatura
che è un frutto lento indigesto
un riflettore acceso giorno e notte su tutto quello che desiderava non essere visto
Mi hanno detto che prende il filo scuro di un pantano
e cuce la tela dell’avvenire
Mi hanno detto, lavorare per la morte non a morte,
tutti i semi che entrano nei tuoi occhi attecchiscono, nessun oggetto si perde,
il vano amore fluttua nel fiume, né l’al di là né l’al di qua ti recuperano
Mi hanno detto l’anima si vede nelle veglie funebri.
l’anima è una collana che serpeggia
Fiduciosa guardai
e credetti.

Laura Garcia Del Castaño 03Tarde o temprano el amor abre sus ojos
Las manos se gastan, la soledad se dispersa
El deseo se transforma en espiral
finalmente en diente
Cronometrado el viaje de orilla a orilla
Enfriado el caudal
Masticado el espejo que nos enfrentaba
Se deforma el guante
por la mano imperfecta
Decolorado el colchón
Rasgado el misterio
Advertido el polvo de la mariposa en los dedos
Desnucado el ángel
rubio y mentolado
Consumido el horóscopo
Descubierto quien miraba detrás
Quien saltaba
Quien peinaba la mascota disecada en su falda
Tras apagar cada noche
cigarrillos contra una piedra
Tras agazaparnos en la piel de un leopardo
Tras danzar
Tras fotografiar mil veces el original
Muerto el perro guardián
Crispado el lomo del que bailó
y ahora tirita
aniquilada la fe
del que regresa
el amor
abre los ojos
o no los abre

Laura Garcia Del Castaño 02Prima o poi l’amore apre i suoi occhi
Le mani si consumano, la solitudine si disperde
Il desiderio si trasforma in spirale
finalmente in dente
Cronometrato il viaggio da sponda a sponda
Raffreddato il letto del fiume
Masticato lo specchio che ci affrontava
Si deforma il guanto
per la mano imperfetta
Scolorito materasso
Graffiato il mistero
Notata la polvere della farfalla tra le dita
Rotto l’angelo
biondo e mentolato
Consumato l’oroscopo
Scoperto chi guardava da dietro
Chi saltava
Chi pettinava il cucciolo seccato sulla gonna
Dopo lo spegnere ogni notte
sigarette contro una pietra
Dopo prenderci in una pelle di leopardo
Dopo ballare
Dopo fotografare mille volte l’originale
Morto il cane da guardia
Irrigidita la schiena di chi ha ballato
e adesso trema
annichilata la fede
di chi ritorna
l’amore
apre gli occhi
o non li apre


Laura Garcia Del Castaño (Argentina, 1979). Ha pubblicato i libri di poesia Orquídeas (1995, edición de autor), Alba (1997), El grito (2004), La vida en que sueñas (Recovecos, 2012), El animal no domesticado (Pan Comido, 2014) El sueño de Sara Singer (Llanto de mudo, 2014) e Los demonios del mar (Ediciones Del Dock, 2015). Sue poesie si trovano anche nelle antologie Quince (Poetas mujeres de Córdoba) e Antología Poesía 20 años (Llanto de Mudo 2015) Cura il blog: www.lapalabrasembrada.blogspot.com

Fotografia di proprietà dell’autrice

Antonio Nazzaro (Torino, 1963) è un giornalista, poeta e mediatore culturale italiano. Si è diplomato con la maturità classica a Torino e ancor prima di termibare gli studi inizia a collaborare con i quotidiani L’ora di Plaermo, La Stampa di Torino, Stampa Sera e con l’emittente televisiva Videouno. Trasferitori in Messico si diploma presso l’UNAM Università Autonoma del Messico. Attualmente vive a Caracas (Venezuela) dove è stato coordinatore didattico dell’Istituto Italiano di Cultura, assistente dell’attaché culturale in Venezuela e capo redattore de La Voce d’Italia. Nel 2008 diviene coordinatore del Centro Culturale Tina Modotti con lo scopo di promuovere la cultura italiana e venezualena attraverso varie forme di interscambio culturale. Da ottobre 2014 collabora inoltre alla redazione culturale della rivista Agorà Magazine di cui è stato uno dei fondatori.