Luca Pizzolitto
La ragione della polvere
peQuod, 2020
pp.128, euro 15,00
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Il titolo di questo libro ricorda quello del romanzo più famoso di John Fante, Chiedi alla polvere, tanto caro a Bukowski. Ed anche qui, se vogliamo, s’incrociano amore e domande sul futuro, parola che scava e semplicità del dettato. Ma Luca Pizzolitto è poeta, con la poesia ricostruisce un percorso esistenziale, cerca la ragione della vita fin nella polvere che diventeremo – Tutto ciò che vive soffre, / un grido di rabbia e d’amore – e ci indica le direzioni del suo pensiero negli eserghi alle sezioni, con gli ossimori e le visioni di Giobbe, Cagnone (Noi come siamo/ ora, noi che siamo/ distanziato sogno), Lepori, Dolci (Ognuno è acqua/ e ognuno è sete), Pizarnik e Zagaiewskj (Talvolta però riemergiamo per un istante/ e capita che splenda il sole al tramonto).
Potremmo forse definire questa poesia, in estrema sintesi, poesia filosofica, una riuscita e inevitabile contaminazione tra verso e pensiero speculativo – Anche in me attende/ il vuoto straziante di Dio,/ e questa ignobile,/ mai sazia inquietudine. Il poeta ci propone le sue meditazioni, spesso condensate in versi lapidari – La vita, anche tu lo sai,/ è questa cosa atroce e fragile – Le cose si strappano, inesorabili – il senso profondo delle cose/ è lì, ci guarda, e non ci appartiene – Il nostro posto è qui,/ tra le cose che passano/ e non fanno rumore. Ma il poeta sente anche l’assordante assenza di Dio e matura su questo dato una fede paradossale e profonda – Trovare la fine/ a questo umano esilio/ nello sterminato/ silenzio di Dio – Non c’è nostalgia più dolorosa/ di questa mai paga/ nostalgia di Dio – Ricongiungersi a Te,/ a questa insperata quiete,/ dopo anni di separati deserti. Poesia matura, intensa, dal verso che incessantemente ritorna sui temi centrali dell’esistenza e della fine ma capace anche di dire l’amore e contemplare la bellezza. Una lettura fruttuosa, una poesia che non si dimentica.
Antonio Fiori
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Nei silenzi impossibili
nella bianca innocenza
di una preghiera sussurrata.
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Tutto è instabile e arde,
arde d’amore.
Tutto cade inesorabile
e si fa nostalgia.
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Scorrono in te sorgenti,
brevi istanti di vita che
torna e non muta.
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Ho osservato inerme il morire,
l’inesorabile farsi polvere
e svanire di tutte le cose.
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Mi avvicino al tuo corpo
avvolto nel tepore del sonno:
labbra senza consolazione
si schiudono lente nel moto
involontario del respiro.
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Mi fermo, insicuro, mi fermo
sulla soglia della tua schiena,
privo ormai di ogni certezza.
*
La felicità sottile di quando
piove appena, e le tue mani
si stringono alle mie,
come una preghiera.
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Dimenticata la fame e la sete,
nella quieta luce d’autunno:
ardere, così,
ardere fino alla fine..
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Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale. Da quasi vent’anni si interessa ed occupa di poesia. Nel 2008 vince il Premio Arezzo Poesia; nel 2014 si classifica primo al Concorso Letterario Internazionale Città di Moncalieri; nel 2019 vince il Premio Internazionale Città di Latina. I suoi ultimi libri pubblicati sono: L’allontanarsi delle cose (Ladolfi), Il silenzio necessario (Transeuropa), Dove non sono mai stato (Campanotto), Il tempo fertile della solitudine (Campanotto), Tornando a casa (Puntoacapo), La ragione della polvere (PeQuod, Rive).
sito: www.lucapizzolitto.it
facebook: https://www.facebook.com/pizzolittoluca