Katerina Rudcenkova
(inediti)
traduzione dal ceco di Lucia Bonora, Antonio Sagredo e Katerina Zoufalova
*
Možná jsi sama to ?ervené sv?tlo na majáku,
co nedovolí lodím a letadl?m do sebe narazit,
a ani o tom nevíš.
Možná práv? ty st?ežíš pevninu.
Možná práv? na tvém úpatí
leží v písku rac?í vejce
snesené k intimní ve?e?i.
Dost možná práv? v tvé
na dunách – na jediném míst? sv?ta –
hnízdí hejna vzácných pták?.
Ustup o krok.
Tvá samota na špi?ce Jižního mola
má asi hlubší význam
než jen holé osam?ní.
Forse sei tu stessa la luce rossa del faro,
che non permette a navi e aerei di urtarsi
e nemmeno questo sai.
Forse proprio tu vigili la terraferma
Forse proprio ai tuoi piedi
giace nella sabbia un uovo di gabbiano
posato per una cena intima.
Forse probabilmente proprio nella tua erba
fra le dune – nell’unico posto al mondo –
nidificano stormi di uccelli rari.
Un passo indietro.
La tua solitudine sulla punta del molo Meridionale
ha un significato forse più profondo
che della pura solitudine.
Ch?ze po dunách
I když jsi cítila dojetí
nad prudkým odstínem zelen?,
strom? a trav a borovicového podrostu,
i když t? dojímala nostalgie dýmu toho léta,
pálené trávy a pe?ených ryb,
i když t? dojímaly d?ti,
které ješt? nic netušíce o restrikcích sv?ta
už te? skákaly
po dlaždicích jen jedné barvy,
p?esto pod tím vším dojetím
z?stávalas ve zklamání chladná
jako ledová t??ka v sibi?ském lese.
Otá?ela ses, aby ses ujistila,
že stopy vytla?ené do b?ehu už jsou smyty,
smyty, nebylas. Necht?las být,
necht?la ses už do ni?eho otiskovat.
Una passeggiata fra le dune
Anche se ti sei commossa
per le intense tonalità di verde,
degli alberi e delle erbe e del sottobosco della pineta,
anche se ti commuoveva la nostalgia del fumo di quell’estate,
dell’erba bruciata e dei pesci arrostiti
anche se ti commuovevano i bambini,
che ignorando ancora le restrizioni del mondo
già saltavano
sulle mattonelle di un unico colore,
anche con tutta questa commozione
sei rimasta fredda nella delusione
come un alveo ghiacciato in un bosco siberiano.
Ti voltavi per assicurarti
che le orme impresse sul bagnasciuga fossero cancellate,
cancellate, non c’eri. Non volevi esserci,
non volevi più lasciare un tuo calco sul nulla.
modrá krajina
tahle krajina je h?ejivá
se svahy porostlými m?kkou kožešinkou
projdeš po ní bosa zpátky hustým lesem:
dosp?lost
projdeš zpátky šimravým lesem:
d?tství
odlesky na mo?i na mo?i
a vrozená nad?je b?lostných plachet
závislost na nezávislosti
která ti postupem ?asu svázala hrdlo ruce t?lo
k nehybnosti
projdeš zpátky aortou vaginou
n?kdo tam potká jehlice horkou vanu
na vyhán?ní plod?
n?kdo toužebné ?ekání na n?koho
kým se nemohl nikdy stát
projdeš zpátky úzkou blankytnou cestou:
mezi tmavozelenými smrky tmavozelenou tmou
zpátky do života v n?mž jsi bývala jedlí
bývala jilmem
jdeš proti sm?ru své cesty
hledáš ten bod od kterého se to zvrtlo
hledáš sebe
plnou jisk?ivé blahodárné krve
projdeš zpátky mechovou plání s temn? modrými t?n?mi
nakonec vždycky dojdeš k mo?i
a up?eš pohled:
za tímhle obzorem by to m?lo všechno být
Paesaggio blu
È ardente questo paesaggio
con pendii ricoperti di morbida pelliccia,
ci passerai sopra scalza, indietro, in un bosco fitto:
maturità
ci passerai indietro in un bosco che ti solletica,
infanzia
riflessi sul mare sul mare
e la speranza innata di candide vele,
dipendenza da indipendenza
che nel corso del tempo ti ha annodato braccia, collo e corpo
all’immobilità,
ci passerai, indietro, per mezzo dell’aorta della vagina,
qualcuno lì ci incontra un’agucchia, una calda vasca
per espellere i feti,
qualcuno in attesa struggente di qualcuno
che non potrebbe mai divenire,
passerai indietro per una stretta strada cerulea:
fra picee verdi-scure un’oscurità verde-scura
ritornando indietro nella vita tu eri un abete bianco
tu eri olmo,
vai contro la direzione della propria strada,
cerchi quel punto dove tutto è precipitato,
cerchi te stessa
piena di sangue scintillante, benefico,
indietro passerai sulla brughiera con scuri alvei blu,
alla fine giungerai sempre al mare
e guarderai fissa:
oltre questo orizzonte dovrebbe esserci tutto
(N.d.R) :
– Forse sei tu stessa la luce rossa del faro: traduzione di Lucia Bonora, revisione di Antonio Sangredo e Katerina Zoufalova
– Una passeggiata fra le dune: traduzione di Lucia Bonora, revisione di Antonio Sangredo e Katerina Zoufalova
– Paesaggio blu: traduzione di Antonio Sangredo e Katerina Zoufalova
Kate?ina Rud?enková (Praga, 1976) è poeta, prosatrice e drammaturga. Ha pubblicato 4 raccolte di poesia: Ludwig (1999), Není nutné, abyste m? navšt?voval (Non c’è bisogno che tu venga, 2001), Popel a slast (Cebneri e beatitudini, 2004) e Ch?ze po dunách (Passeggiata sulle dune, 2013), per la quale gli viene conferito il premio Magnolia Litera nel 2014. In prosa: i racconti Noci, noci (Notti, Notti, 2004); per il teatro: Niekur (2007; premio Alfred Radok per la migliore drammaturgia originale; poi in scena a Praga al Teatro Ungelt nel 2008) e ?as t?eš?ového dýmu (Il tempo del fumo ciliegia, 2008 poi in tournée a New York). Nel 2003 gli viene conferito l’Hubert Burda Award in Germania come giovane poeta dell’est Europa (in seno al Premio Hermann-Lenz-Preis). Nel 2007 vince una residenza per giovani drammaturgi al Royal Court Theatre di Londra; nel 2011 è in Ungheria per i workshop di traduzione Visegrad Poetesse. Nel 2014 è in Galizia per la III° edizione degli atelier di traduzione Obradoiro international de Tradución Poética. E’ continuamente invitata in festival e reading nel mondo e le sue poesie sono tradotte in 17 lingue. Integralmente è tradotta in Austria e Serbia.
Fotografia dell’autrice di Pavel Horák
Antonio Sagredo è nato a Brindisi il 29 novembre 1945 (pseudonimo Alberto Di Paola) e ha vissuto a Lecce, e dal 1968 a Roma dove risiede. E’ riconosciuto poeta e saggista. Ho curato (con diversi pseudonimi) traduzioni di poesie e poemi di poeti slavi: Tumuli di Josef Kostohryz (in «L’ozio», ed. Amadeus, 1990; trad. A. Di Paola e Kate?ina Zoufalová); Edison (Ibid., 1987, trad. A. Di Paola), Il becchino assoluto di Vit?zlav Nezval (Ibid., 1988; trad. A. Di Paola e K. Zoufalová). Traduzioni di poesie scelte di Katerina Rud?enkova, di Zbyn?k Hejda, Ladislav Novák, di Ji?í Kola?, e altri in varie riviste italiane (tra le quali Poesia, Crocetti Editore) e ceche.
Katerina Zoufalova, slavista, è interprete, traduttrice e docente alla Scuola Ceca di Roma.