Isacco Boldini è nato a Brescia nel 1991. Suoi testi sono usciti su Formavera e su GAMMM. Fa parte della redazione della rivista Figure – immaginari e retoriche dell’età precaria. Si è laureto a Padova in Lettere Moderne. In questo momento vive a Padova e lavora a scuola.
Isacco Boldini
Inediti
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NON LA FERRARI MA UNA PANDA.
Franco Rossi è un mediocre e te ne puoi dimenticare.
È di casa tra i senza infamia e senza lode
compagni suoi silenziosi e invisibili, mimetizzati nei paesaggi circostanti.
(Non degli ultimi e non dei primi,
non dei migliori e non dei peggiori, si parla ma dei medi.
Sono le schiere dei dimenticati
non per giudizio del potere, ma dimenticabili
per materialissimi problemi di spazio.)
Simpatico senza sfarzo e senza profondità. Lavora senza sforzo
un lavoro come un altro. Sostituibile con qualsiasi altro.
Fa tutto quello che deve fare, non male – non bene.
Non ci prova e non ci ha mai provato.
Se ci ha creduto almeno una volta
– era in quarta o in quinta superiore
dopo un nove in matematica,
il voto più alto di tutta la classe,
e la professoressa che dice:
« ah Rossi. Lei, quando si impegna può.» –
ad oggi non ci crede più. Non ci crede
un po’ perché è stanco, un po’ perché vede
quanto poca ce n’è da guadagnarne di vita qui nel mondo
(o crede di vedere ed è un mediocre
quindi può darsi sia solo una scusa)
e vede quanti fratelli come lui l’affanno gli fa strada qui nel mondo
(più di sette miliardi. C’è un sito web dove puoi vederne il numero aumentare in diretta).
Non alto né basso, non magro né grasso. La mediana è il suo dominio.
Guarda il suo Casio contare il suo tempo
che è un tempo solo, per tutti e per tutto,
senza interruzioni come il destino degli alberi
e di notte il silenzio è il rumore del frigorifero.
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THE VERY VERY VERY STRANGE STORY OF L’UOMO CAVALLO
L’Uomo Cavallo lo puoi trovare al bar
Il fine settimana fino a ora tarda
seduto allo sgabello la birra media in mano,
il resto del tempo non sembra contare
(lavora un lavoro duro ma ciò non è importante
per nessuno, talmente che non lo è nemmeno per lui).
É al Bar dalle sette – la birra media in mano,
guarda i giovani negli anni sempre più giovani
passargli davanti come in aeroporto i bagagli sul nastro trasportatore.
Per anni e anni e negli anni sempre più stanco.
Ora – nascosto allo sguardo dei presenti
da un brutto separé – la birra media in mano,
gioca serio e rabbioso alle slot machine.
Un euro dopo l’altro per lunghe ore.
(«É legge, dopo un po’ deve pagare.»)
Ha votato Silvio e non si pente. Legge la Gazzetta e tifa Inter.
Lavora duramente ma ciò non si racconta,
Non manca di timbrare dall’Aprile ‘33.
(Non sbaglia un rigore dal ’26, ma questa è un’altra storia.)
Per quello che conta, nel bene e nel male
l’Uomo Cavallo è il paese reale.
Fotografia di proprietà dell’autore.