Guido Cupanié nato a Pordenone il 29 giugno 1981 e vive a Gruaro. Nel 2009 ha conseguito il dottorato in fisica e attualmente lavora come ricercatore presso l’osservatorio astronomico di Trieste, dove ha collaborato alla realizzazione del nuovo spettrografo ESPRESSO per il Very Large Telescope dell’European Southern Observatory in Cile. Si occupa principalmente dell’analisi di spettri di quasar. È coautore di circa 60 pubblicazioni scientifiche. Ha pubblicato le raccolte di poesie Le felicità (Samuele Editore 2011, 2015) e Meno universo (Dot.com Press 2018), e la plaquette Qualcosa di semplice sulla neve (Edizioni Culturaglobale 2013). Ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui, nel 2015, il primo premio ex aequo al concorso “Giuseppe Malattia della Vallata” e il primo premio per la poesia inedita al concorso “Renato Giorgi”. È tradotto in inglese, rumeno e russo. Il suo poemetto Sonata per Gaza è uscito nella traduzione di Patrick Williamson (Sonata for Gaza) su Poem – International English Language Quarterly (Routledge 2018).
Collabora con l’associazione culturale “Porto dei benandanti” di Portogruaro all’organizzazione del festival Notturni di versi. Cura il blog Guido Q (http://guidoq.wordpress.com).
Guido Cupani Inediti
*
SANTIAGO, UBUNTU CAFÉ
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà (Mt 16,25)
Giorni che sento che sto per nascere a me stesso ancora, dopo breve gravidanza
Il mio parto è uscire a cercarmi per strada chissà mai che stavolta mi incontri
Che inciampi per caso il mio passo nel mio passo che a capo chino andando non mi imbatta di testa in me rinato
*
Mi lamento con chi ha inventato così malamente il pomeriggio
La tovaglietta di carta sul tavolo impagliato mi invita a festeggiare il mio non compleanno
Scoppi di risa a salve da dietro il banco
Il bulbo spento dondola appeso al filo sotto il tocco di fata di una mosca
Cresce il volume della musica a nascondere che un attimo c’è stato e non era pronto
*
E come questa pagina, la città è un tentativo ammirevole ma fallito di dare alla felicità una terza dimensione
È il piccione che scappa per un pelo alla morte per arrotamento in pieno sole
È il randagio che autografa sul lampione la sua domanda
perché ciò che è avvenuto all’infinito debba avvenire ancora all’infinito
È il neonato che piange amaro come l’unico che ha capito
Fotografia di proprietà dell’autore.
Iniziare a digitare per vedere i risultati o premere ESC per chiudere