Giovanna Rosadini
Frammenti di felicità terrena
(pordenonelegge – lietocolle 2019)
Anteprima editoriale
Da “Il sistema limbico”
Parliamo una lingua morta
un inerte paradiso d’intenti
soffice e voluttuoso come un’infezione
annidata in fondo alla trachea
la voce ci esce in bolle di sapone
sale effimera in volute arcobaleno
a frantumarsi contro un cielo velenoso
carico di sospesi che lo appannano
coltiviamo una magnifica astenia
persi in una lontananza che sa di esilio,
senza cibo né acqua per lenire
una febbre di cui non ci accorgiamo.
Siamo più cose di quante eravamo,
ma ci sfugge l’essenziale.
*
Da “Il numero completo dei giorni”
Dare un corpo alle parole, toglierle
dalla notte impalpabile e affamata
d’aria, che abbiano peso, che sudino
come organismi maturi, da cogliere
o uccidere, digerire perché si facciano
azione, energia di passi e movimenti,
maledizione del pensiero. Che entrino
nelle nostre carni irrevocabilmente,
lame affilate o pallottole, sferza di gelo
o limpido sole, promessa mantenuta
del cuore.
*
Da “Frammenti di felicità terrena”: Corollario
Scrivere è un ritorno – innesco che apre voragini
di senso, un andare disarmati incontro
ad ombre infestanti e guerriere. Scrivere
è il gesto che consuma l’attesa, e porta ai confini
di un’eco dimenticata, di una vita forse
prigioniera fra lamiere, e ancora sconosciuta.
Fotografia di Dino Ignani.