Giorgio Ghiotti è nato a Roma nel 1994. Vive a Milano, dove collabora con la casa editrice Bompiani e dove studia Italianistica contemporanea all’Università ‘Statale’. Ha esordito nella narrativa con la raccolta di racconti “Dio giocava a pallone” (nottetempo) e nella poesia con “Estinzione dell’uomo bambino” (pref. V. Lamarque, Perrone). Ha inoltre pubblicato le interviste di “Mesdemoiselles. Le nuove signore della scrittura” (Perrone), il romanzo “Rondini per formiche” (nottetempo), il saggio narrativo “Via degli Angeli” (Bompiani, con Angela Bubba) e la raccolta poetica “La città che ti abita” (pref. B. Frabotta, Empirìa). Il suo ultimo lavoro è il saggio sulla poesia contemporanea “Costellazioni. La poesia è una bussola e va seguita” (Empirìa), uscito a marzo 2019. Giorgio Ghiotti
Tre inediti
Fin dal 1994
Ho nel volto un’eredità più forte
del vuoto che vorrei plasmare io,
io per intero, soggetto unico
monade di carne. Pascolano antenati
nel taglio degli occhi, nel naso
che non amo, su labbra che osservo
e ammiro come fossero di un altro.
Ogni risveglio è nel segno del padre,
somiglianza accettata per contrarium
fin dal 1994, rivoluzione di pianeta
non di popolo, da che il popolo
sono io soltanto, sempre fermo
nello stesso punto.
*
Il secolo di domani
Tempo quanto?
Ancora quanto?
E di chi sono queste
parole che dico, prese dove,
da chi, e che vuol dire
amore, tenaglia, vicolo?
Qualcuno dice che cambierà segno
la parola alla fine del secolo.
Che c’è da stare tranquilli,
che non la vedremo.
Ma c’è qualcosa e si aggira
– lo senti – in queste mani. Chiede
di noi, implora, cuore di cane
nel mare. È il secolo di domani.
*
v. z.
D’acqua scende un imperativo
lungo il tubo di gomma, dice:
scrivi quello che nega la vita,
immaginosa sempre più sincera
la palma tornerà più vera,
la stanza più calma sarà invasa
da grida di festa come nell’estate
di vecchiaie precoci in giovinezze
altere, studiando il verso che aveva
il verso dell’amico insonnolito
nell’ora più tarda della sera.
Foto di proprietà di Andrea Annessi Mecci