Gianfranco Fabbri
da La via Francigena del tuo respiro
(inediti)
L’acqua adesso è asciutta – del resto lo avevano
detto, quelli del Comune: “Fate rifornimento per
tempo, se vorrete bere o tentare di lavarvi”. Anna ha
dato la stura a tutti i rubinetti e l’acqua ha
cominciato a fluttare come domineddio. Ma l’acqua
non puliva, e nemmeno dissetava, e i peccati di
ognuno stavano belli appiccicati nel cuore.
*
Vicina la fine dei tempi
da quando c’è chi cammina
a testa in giù, calzando le scarpe
alle mani e gesticolando coi piedi. Prossimo
il dies irae, se qualcuno
canta con forza gli anagrammi
dei Vangeli Apocrifi.
Sarà l’unico giorno dell’umanità
senza che nessuno muoia, e pure
sarà il giorno dei ritorni (non avremo più luoghi
per rendere alle stalle le bestie).
*
Guerra
Trovammo,
giù oltre le vecchie
scale della fonte,
un giovane tenente
morto da due giorni,
con il torace sconvolto dalla mina;
lo squarcio aveva avuto ragione del costato;
cuore e polmoni
più non si conoscevano sovrani di se stessi;
l’occhio, spalancato oltre l’umile fissità,
era lo zimbello
delle mosche pazze di vita.
Qualcuno venne –
tirò su quei resti e li avvolse in un lenzuolo
d’incerato.
Vedendo la compagine sparire,
ci sentimmo più poveri
e della povertà sicari.
Gianfranco Fabbri nasce a Siena ma vive da sempre a Forlì. In poesia ha pubblicato I ragazzi del settanta (Udine, Campanotto, 1989), Davanzale di travertino (Ibid., 1993), le prose di Jennifer (Fernandel, 1995), Album italiano (Udine, Campanotto, 2002) e Stati di vigilanza (Lecce, Manni, 2007). Ha pubblicato su diverse riviste nazionali, come “Graphie”, “Università aperta”, “Tratti”, “Confini”, “Offerta speciale” , “Origini” e “Ciminiera”. Per lungo tempo ha gestito il blog “La costruzione del verso & altre cose”. Nel 2008 fonda e dirige la casa editrice L’arcolaio che in breve tempo si impone sul mercato nazionale della poesia contemporanea.
Fotografia di proprietà dell’autore.