Teratophobia (‘Round Midnight Edizioni, Campobasso, 2018) è la sua opera d’esordio. Gaia Giovagnoli
(Inediti)
*
IL CAMINO
Guarda:
la testa di tegole appuntite
le ciglia di serrande;
ha lo sterno sul terrazzo
questa casa
ha le mani giunte
sulla strada:
lei aspetta la notte
e fa sorsi di morti
giù dal camino
Nel gozzo che inghiotte e si caria
dal nulla
dal nulla
sul fischio del legno incendiato
tu ascolta:
di notte:
c’è qualcuno che ride
*
LA TELEFONATA
Le quattro del mattino
rimbombano di strilli:
nel buio c’è il telefono
che squilla
-Pronto;
dall’altra parte
nessuno che dice
– Chi sei;
nessuno che ha voce
Poi un verso di spilli
uno schiarirsi la gola
che sa
Si appoggia alla sedia
la donna; ché trema;
riaggancia
accende la luce
*
IL MATERASSO
Il materasso si sfonda nel centro
perché ha imparato il peso di due
e non ritratta
Anche se sola lo sformo
e tocco quasi terra
con la schiena
Anche se non salgo
lo vedo abbassarsi
reagire ad un peso di niente;
sentirsi ingombrante;
ribaltare la curva:
che tira tutto indietro la pancia
Fotografia proprietà dell’autrice.