Gabriele Marturano – Inediti

Gabriele Marturano nasce a Carate Brianza nel 1992, ma vive da sempre a Verano Brianza. Si è laureato in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Milano, insegna materie umanistiche nelle scuole secondarie di I grado della Brianza e ha scritto per una rivista internazionale di musica.
La raccolta di poesie L’anfibio, edita da Fucine Editoriali nel 2020, rappresenta il suo esordio editoriale.

*

I

 

«Mi ci pulisco le unghie, faccio
la manicure con questa spilla, prof., glielo giuro.
Le giuro che non è altro che questo»,
dice, mentre flette l’estremità,
reinserendo quella figlia appuntita
con gesto podalico nel ventre cavo
della spilla da balia.
I segni sull’avambraccio
sono un chiaro alfabeto, la minuta d’un addio.
«Stare al mondo è un parto, prof.»
È l’ultima parola che per oggi concede all’universo,
poi si rimpicciolisce nel silenzio,
che la si dimentica in un angolo,
come un ragno che ci si scorda di schiacciare.
Eppure ieri era un elefante di risate. E oggi,
sotto quella felpa, ne paga ogni colpa.

 

II

 

Non posso, non posso mettere al mondo
quel che mi tortura, non posso
commettere lo stesso errore
di mia madre. Io sono migliore di lei
a essere peggio.

 

III

 

«…Un dolore così giovane che rischia
di non invecchiare mai.»

*

Filamenti di luci le auto,
voci, ischemie di suoni,
un ingranaggio che ruota bloccato
il mondo.
Passeggio.
La poesia obbliga a rallentare,
a diminuire, soppesa
ogni vibrato, lo appoggia
sul foglio dove s’immerge la parola,
girino che sinuoso scoda
e s’inabissa.

Gracidando con grazia
un libro allieta l’oscurità stagnante
della sera.