Tiziano Fratus (Bergamo, 1975) ha pubblicato diversi libri in versi quali Il molosso (2005), Il respiro della terra (2008), Nuova Poesia Creaturale (2010), Poesie luterane (2011), Gli scorpioni delle Langhe (2012). Le sue poesie sono state tradotte in otto lingue e sono apparse in antologie collettive – Ars Poetica (Bratislava, 2005), Poeti per Torino (Milano, 2008), Poèmes chuchotés sur la berge du Po. Six poètes de Turin Poésie (Lugano, 2008), Double Skin (Singapore, 2009), Viaggio in Italia. 8 poetas italianos contemporaneos (Buenos Aires, 2009) – in selezioni personali – A Room in Jerusalem (New York, 2008), Creaturing. Selected Poems (Detroit, 2010), Ninguem sabe de nos (Belo Horizonte, 2011), e su decine di riviste in Italia e nel mondo. In viaggio fra Singapore e la California si è perso nel silenzio cantato dei boschi vetusti, partorendo i concetti di “Homo Radix” e “alberografia” che hanno fecondato libri accolti positivamente da critica e pubblico, quali L’Italia è un bosco (Laterza), Manuale del perfetto cercatore d’alberi (Feltrinelli), Il sussurro degli alberi (Ediciclo), mostre fotografiche e la rubrica Il cercatore di alberi sul quotidiano «La Stampa». Disegna itinerari e guida passeggiate per cercatori di alberi secolari. Vive in Valsangone dove finisce la pianura e iniziano le montagne. Il suo sito personale è: www.homoradix.com
Tiziano Fratus
da Un quaderno di radici
(In uscita il 5 febbraio 2015 Collana Zoom Poesia, Feltrinelli, Milano)
LA PRIMA GUERRA MONDIALE DEI PRIMATI
Il tempo non esiste
ma se esistesse
sarebbe una casa
a più piani abitata
da famiglie che parlano
lingue insondabili.
Ragazzi che escono
per andare a scuola
mentre i genitori
vanno a dormire
dopo una giornata
di lavoro a singhiozzo.
Sarebbe estate
al primo piano,
e nevicherebbe
sulla cima del tetto.
Prove di riscaldamento
sfregando la clava
su altri legni e
vasca idromassaggio
che si prepara
a distanza.
Viviamo la storia
contemporanea
degli umani
ignorando i morti
dell’ennesima
guerra mondiale
dei primati.
Gli scimpanzé,
i bonobo e i gorilla
coltivano memoria
ma non seminano
nei campi bianchi
di un libro.
Non è la prima volta
che si dividono
in nazioni, che si
massacrano
come abbiamo
fatto per secoli noi
e ancora non desistiamo.
Nessun primate
in giacca e cravatta
sa ricordare ai simili
le date delle battaglie,
i nomi degli eroi,
i generali muscolosi
che si sono battuti i pugni
sul petto prima
d’emettere un grido
che ha svestito
gli alberi più alti
della foresta.
La storia non esiste
ma se esistesse
sarebbe un mare
che occupa i cieli,
mischiando le ali degli uccelli
alle pinne dei pesci
UN IMPROVVISO SENSO DI BUIO
Penso alle mani di mia madre.
Penso ai suoi occhi che sono entrati
bussando in ogni stanza della vita.
Al suo dolore sordo che non cessava nemmeno
quando le mani cercavano di non sentire.
Penso alla solitudine cieca che l’ha smontata,
che le ha cavato via il sorriso e il pianto,
che le ha segato il futuro come la nebbia che,
nei lunghi inverni, taglia via cime ai pioppi.
Penso alle sue braccia trasparenti,
come gli arti di quegli scheletri viventi
che si ammucchiavano nei campi di cui
abbiamo dimenticato nomi e geografia.
Penso al suo buio perpetuo,
al suo rosario incarnato fatto d’ossa,
al forcipe che si è conficcata nel ventre
del pensiero, una meccanica rovesciata,
a cui non ha più saputo cambiare verso.
Penso a quelle mani che erano di madre,
e che ora vivono dentro le mie, nascoste,
senza riuscire a stringere un ciuffo d’erba
Tiziano Fratus (Bergamo, 1975) ha pubblicato diversi libri in versi quali Il molosso (2005), Il respiro della terra (2008), Nuova Poesia Creaturale (2010), Poesie luterane (2011), Gli scorpioni delle Langhe (2012). Le sue poesie sono state tradotte in otto lingue e sono apparse in antologie collettive – Ars Poetica (Bratislava, 2005), Poeti per Torino (Milano, 2008), Poèmes chuchotés sur la berge du Po. Six poètes de Turin Poésie (Lugano, 2008), Double Skin (Singapore, 2009), Viaggio in Italia. 8 poetas italianos contemporaneos (Buenos Aires, 2009) – in selezioni personali – A Room in Jerusalem (New York, 2008), Creaturing. Selected Poems (Detroit, 2010), Ninguem sabe de nos (Belo Horizonte, 2011), e su decine di riviste in Italia e nel mondo. In viaggio fra Singapore e la California si è perso nel silenzio cantato dei boschi vetusti, partorendo i concetti di “Homo Radix” e “alberografia” che hanno fecondato libri accolti positivamente da critica e pubblico, quali L’Italia è un bosco (Laterza), Manuale del perfetto cercatore d’alberi (Feltrinelli), Il sussurro degli alberi (Ediciclo), mostre fotografiche e la rubrica Il cercatore di alberi sul quotidiano «La Stampa». Disegna itinerari e guida passeggiate per cercatori di alberi secolari. Vive in Valsangone dove finisce la pianura e iniziano le montagne. Il suo sito personale è: www.homoradix.com
Fotografia di Paolo Tangari Photographer