Francesco Paolo Del Re (Bitonto, Bari, 1980) vive a Roma e lavora nella redazione del programma “Chi l’ha visto?” di Rai Tre. Ha esordito in poesia con il libro “Il tempo del raccolto” (SECOP Edizioni, Corato, 2015) e ha ideato e curato l’antologia “Le gazze disattente. La Puglia, l’impegno, dodici poeti” (SECOP Edizioni, Corato, 2016). Nel 2017 ha firmato la prefazione del saggio “Sempre verso Itaca” di Bianca Sorrentino (Stilo Editrice, Bari). Si occupa di arte contemporanea ed è direttore artistico dello spazio espositivo Casa Vuota a Roma. È autore di testi di critica d’arte e di due saggi di critica teatrale pubblicati in volumi collettanei. Scrive per Exibart e Segno e ha collaborato con le pagine culturali di diversi quotidiani e periodici (tra gli altri Il Manifesto, Liberazione, Il Fatto Quotidiano, ut, Arte e Critica).
Francesco Paolo Del Re
Inediti
*
Tra le pagine dirà un nome di ieri
dell’altro tempo dilatato e fatto
fumo. Dirà soltanto un’ossessione
in prestito, parola contagiata come
un raffreddore o l’impeto di una
esortazione pronunciata troppo presto.
Avrà soltanto mezza stagione
da portare per mano, da cambiare
al mattino. Sarà scolorita lungo
i muri, in predizione di incostanza,
in attrito di partenza, in vello
d’oro. Ma della lana avrà soltanto
il vuoto della forma, la casa
cava, come un maglione sfilato
dalla testa per mettersi il pigiama
o per un capogiro d’amore,
per la ginnastica del letto che
dopo la notte non cigola più
*
La morte sembra un parto, mi dici,
ha mani scompagnate sopra letti
forestieri. Dov’eri ieri proprio
nell’ora in cui non c’erano luci,
quando nel corridoio solo rantoli
contava il tempo della lentezza?
La madonnina ha le mani spezzate
e incollate, cammina facendo
rumore l’infermiera per conferma
di procrastinata vita, se perdi
tempo poi trovi cartelli che indichino
una via d’uscita, un paradiso
perdonato per contrabbando d’ossa
Fotografia di proprietà dell’autore.