Filippo Strumia – Inediti

STRUMIA

Filippo Strumia è nato a Roma nel 1962. Psichiatra e psicoanalista. Ha pubblicato la raccolta di poesie Marciapiede con vista (Torino, Einaudi editore, 2016), Pozzanghere (Torino, Einaudi Editore, 2011), e nel 2012 il romanzo Flumen per Elliot edizioni, Roma. Ha pubblicato, inoltre racconti, e poesie in antologie. 

 

Filippo Strumia
Inediti 

Prima parte da Anatomia

TORACE

Quando il petto si solleva
gonfio di usignoli
e preme nella giacca
un terrore d’insetto,
quando le dita s’allungano
in artigli luccicanti
io ti prego di tacere.

INTESTINO TENUE

Oscillano le prede appese al gancio
e s’aprono le carni al taglio netto,
chi si volta con l’acquolina in bocca
trova spezie e qualche goccia di limone.
Mirabile è il disgusto delle origini,
tutto è scuro e scivolare d’anse
nel tenue serpentino. Tutto è naso
e resina dei pini e sulla brace
supini corpi di pollame.

La parola cede il senso
all’azione dei batteri,
è allora che il muggito delle bestie
si fa liquido odoroso, chimo chilo,
e la bellezza della carneficina
è un nettare celeste di lamenti.

Come dire che la terra si fa pasto,
che torneremo al ventre d’un felice
corpo da nutrire?

Perdi il nome dalla bocca,
lì dentro è soltanto mosca cieca
ma le cose sanno bene cosa fare.
Il duodeno è un tubo grigio
con i liquidi del pancreas
e del fegato lucente
così i succhi si dispongono all’aiuto
della macerazione, della disperazione
di tessuti al sacrificio.
Non c’è una sedia in quest’andare
di molecole, un cenno di saluto,
né una radio che commenti il calcio.

CLAVICOLA

La camicia deformata
e le scarpe rinforzate
a scanso d’infortuni.
Il vestito d’operaio
è eleganza, così il cotone
sulla pelle dello schiavo
e le ali del gabbiano
che vira sulla benna.
Osso lieve per l’incontro
con lo sterno, osso giusto
per lo scatto della scapola,
al sussulto del piccone
vibri esatto in contrazione.
Io m’inchino come a un dio
che non conosco.


Fotografia di proprietà dell’autore.