Fernando Salazar Torres – Traduzione di Antonio Nazzaro

Fernando Salazar Torres (Città del Messico). Poeta, critico letterario, saggista e gestore culturale. Laureato in Filosofia presso L’Università Autonoma Metropolitana, Centro di Itzapalapa (UAM-I). Dottorato in Teoria Letteraria (UAM-I). Studia per il Dottorato in Letteratura Ispanoamericana nella Benemerita Università Autonoma di Puebla (BUAP) con un corso di ricerca nella Università di Salamanca (Usal). Ha pubblicato le sillogi Sueños de cadáver, Visiones de otro reino e il libro d’arte Gazhel con l’artista plastico e poeta Fernando Gallo. La sua poesia e i suoi saggi sono stati pubblicati in differenti giornali, riviste letterarie digitali e cartacee. La sua poesia è stata tradotta in: inglese, italiano, catalano, bengalese, serbio e russo, e pubblicata in varie antologie. Direttore della rivista letteraria Taller Ígitur. Coordina “Critica e Pensiero in Messico” e “Diótima Incontro Nazionale di Poesia”. Dirige il Laboratorio Letterario “igitur”. Collabora con la rivista “Letralia. Tierra de Letras” e con la serie di poesia messicana “Voci attuali del Messico” e “Poesia spagnola contemporanea”. Fa parte dell’equipe di collaboratori di Caravansary. Revista Internacional de Poesía (Colombia), che fa parte della casa editrice Uniediciones. È membro del PEN Club del Messico.

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Gazzella nella notte dell’amore

La mia ombra ronda il bordo del tuo letto
e un’altra ombra più ombra della notte
copre la mia bocca, piega i tuoi fianchi,
gazzella addormentata, le mie labbra salgono

il tuo giardino di rosa e profumo. Sogno
il tuo regno nella notte dell’amore,
fiore umido, piedi d’agata, affanno di nube.

Le mie dita ti svegliano nel centro gioioso
e il mare notturno arde, ruvide le mani
graffiano le tue cosce, perché mordo i tuoi talloni.
L’alito del tuo corpo annusa la mia carne.

Mi innalzano le tue carezze tempestose,
gazzella, ti arroventa la mia asta di fuoco,
non ti entri la paura con la mia lingua ardente.

*

Gacela en la noche del amor

Mi sombra ronda el borde de tu cama
y otra sombra más sombra que la noche
cubre mi boca, pliega tus ijares,
gacela dormida, mis labios saltan

tu jardín de rosa y perfume. Sueño
con tu reino en la noche del amor,
flor húmeda, pies de ágata, jadeo de nube.

Mis dedos te despiertan en tu centro gozoso
y la mar nocturna ardiente, fragosas las manos
arañan tus muslos, porque muerdo tus talones.
El aliento de tu cuerpo me huele la carne.

Me elevan tus caricias procelosas,
gacela, te escalda mi jabalina de fuego,
no te entre el miedo con mi lengua ardiente.

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Gazzella di mezzanotte

Vieni adesso, mimosa, e accarezzami i capelli,
vengo da te, in controluce, per un bacio solo.

Vieni, stretta sui fianchi, ti desidero
vengo da te con i resti del sole su un dito.

Vieni, gazzella, con la notte sul tuo velo,
vengo da te all’alba, se no, muoio.

*

Gacela de media noche

Ven ya, mimosa, y acaríciame el pelo,
voy a ti, a contraluz, por un sólo beso.

Ven, estrecha de ijares, te deseo,
voy a ti con restos del sol en un dedo.

Ven, gacela, con la noche en tu velo,
yo voy a ti a la albada que, si no, muero.

*

Gazzella del desiderio

Le tue ossa crocchiano silenziose
L’ombelico della notte apre,
nelle tenebre, il tuo acquoso pozzo.
Dalle mie labbra esala l’umida chiave
che apre le tue labbra ed entra nel fondo.

Stringi le tue ossa, la cavalcata
s’impegna, svolge il volo,
guarda avanti verso l’alba.
Nulla turba il nero ramo agitato
che dal tanto afferrarsi a te resta secco.

La tua bocca nella mano finisce presa.

*

Gacela del deseo

Tus huesos crujen silenciosos.
El ombligo de la noche abre,
en tinieblas, tu acuoso pozo.
De mis labios sale la húmeda llave
que abre tus labios y entra al fondo.

Aprieta tus huesos, la cabalgada
se esmera, desenvuelve el vuelo,
mira de frente hacia la albada.
Nada turbe mi negra rama agitada
que de tanto asirse a ti quede seco.

A tu boca en mano termina apresada.

*

Gazzella del mezzogiorno

Tarda il sogno, portatrice d’infinito,
già indugia il sole l’ombra sui tuoi fianchi,
desidero perdere calore nel tuo.
Rovescia su di me il rosso dei tuoi incanti,
raccogli la voce della luce del giorno,
sono i tuoi capelli dove i miei occhi vivono.

Vieni come acqua, sale e carezze,
calda adulazione,
irrorami, muovi il ventre
con il fuoco del mezzogiorno.

Consumato dai tuoi favori,
delle tue ciliegie le mie labbra s’imbevono,
leccano il miele sparso
con la devozione del sole del mezzogiorno.

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Gacela del mediodía

Tarda el sueño, dadora de infinito,
ya demora el sol la sombra en tu ijada,
deseo perder calor en el tuyo.
Derrama en mí el rojo de tus encantos,
repliega la voz de la luz del día,
es tu pelo donde mis ojos viven.

Vente en agua, sal y caricias,
cálida adulación,
riégame, bate el vientre
con el fuego del mediodía.

Consumido por tus favores,
de tus cerezas mis labios se empapan,
lamen la miel dispersa
con la entrega del sol del mediodía.