Emilio Capaccio è nato il 16 maggio del 1976. Ha vissuto a Campagna, provincia di Salerno. Vive a Milano. Ha pubblicato in formato e-book: Malinconico Oscuro, traduzioni di poeti sudamericani inediti, con prefazione di Giorgio Mancinelli. Ha collaborato con la rivista internazionale di poesia: “Iris News”. Sue traduzioni e poesie sono presenti su vari siti, blog e nella rivista “Il Foglio Clandestino, Aperiodico Ad Apparizione Aleatoria”. Ha pubblicato la raccolta poetica: Voce del Paesaggio, edita da Kolibris Edizioni 2016, con prefazione di Massimo Sannelli. Come curatore e tradottore ha pubblicato le raccolte inedite: Radice, del poeta spagnolo José Luis Hidalgo, Giuliano Landolfi Editore, 2017, e Princesse Amande, della poetessa francese Lucie Delarue-Mardrus, LietoColle, 2017. Emilio Capaccio
Due inediti
L’amore che è venuto ? la donna che ha portato ?
ha un’unghia spezzata e quattro dita della mano
Ha un abbraccio lungo e morto
che scivola sui miei fianchi come una sciarpa sfilata
che muore ogni volta per la paura che potrei crederlo triste
che potrei non volerlo risollevare
per gettarmelo addosso
aspettandomi la stretta che ha perduto
Fa una curva il suo passo che immaginavo dritto
dove vanno a morire tutte le terre ferme della vita normale
che non ha conosciuto sulla via delle chimere
E mi parla di una chiave perduta nei viaggi di un’altra età
quando ancora il cuore nel suo portafiori di sangue pulito
attendeva sulla porta
un’alchimia di bacio e promessa
L’amore che è venuto ha incontrato un uomo sincero
che ha trovato la chiave in fondo all’oceano
nel portafiori dietro la porta
*
Nient’altro che il denso dell’illeggibile fine tra le mani
Nient’altro che questo peso è il mio pensiero
Fortuna di tutto sarebbe morire inconsapevolmente
Vedere una nuvola masticare il tramonto
e non sospettare la fine del giorno
In questo spazio che chiamano vita
aggrapparsi al respiro e il dover mancare
è in un’unica goccia di tempo
Conosco questo gioco
sento incessantemente masticare la nuvola
e il giorno che esploderà con la sua metastasi
Conosco quest’inclinazione a morire
ma mi carico a volte di passi — a volte resto fermo
So che il mio cammino per imprimere il segno
nel breve viale
è una passeggiata di foglia
Fortuna di tutto sarebbe morire inconsapevolmente
Fotografia di proprietà dell’autore.