Debasish Parashar – Inediti (Traduzione di Andrea Sirotti)

71889615 493599298146230 3797700346155892736 nDebasish Parashar è un imprenditore creativo, cantante / musicista, paroliere e poeta multilingue che vive a Nuova Delhi, in India. È professore associato di letteratura inglese all’Università di Delhi e fondatore e caporedattore della rivista letteraria «Advaitam Speaks». Suoi testi letterarii sono apparsi su «Kweli», «Sentinel Literary Quarterly», «Voices de la Luna», «Contemporary Literary Review India», «Enclave / Entropy», «The Ramingo’s Porch», «Expound, Asian Signature», «SETU», «Five2One», «Moonchild» e altrove. Tradotto in numerose lingue, è presente in antologie internazionali come World Poetry Almanac 2017-18, Epiphanies and Late Realizations of Love, Apple Fruits of An Old Oak, Where Are You From? e 22 Wagons. Il suo video di debutto musicale Shillong, dall’EP Project Advaitam, è uscito nel settembre 2018.

Andrea Sirotti è nato a Firenze, dove insegna lingua e letteratura inglese. Fa parte delle redazioni di «Semicerchio», rivista di poesia comparata, e di «Interno Poesia», blog e casa editrice per la promozione della poesia. Dal 1999 svolge l’attività di traduttore letterario, soprattutto di poesia e di narrativa postcoloniale. Tra i poeti anglofoni tradotti e curati, Carol Ann Duffy, Karen Gut, Margaret Atwood, Arundhathi Subramaniam, Eavan Boland, Sally Read, Oscar Wilde, Emily Dickinson. Dal 2000 al 2008, insieme a Vittorio Biagini, ha curato per il Comune di Firenze le iniziative sulla poesia giovanile “Nodo sottile”. È tra i fondatori di Linguafranca, agenzia letteraria transnazionale. Negli ultimi anni si è dedicato alle attività di scout letterario, di consulente editoriale e di organizzatore di festival e altri eventi letterari.

Debasish Parashar
Traduzione di Andrea Sirotti

Stasera non è fatta per le poesie d’amore

Stasera non è fatta per le poesie d’amore
Non possiamo che sederci tranquilli e indifferenti
Sai cosa intendo?
Lo sai che lo so
Ma va bene anche se non lo sai

Ricordo ancora quel dolce dicembre
Tu seduta al mio fianco
La vita era così bella
Ricordo ancora te con l’ombrello verde in mano contro un cielo sofista
Grigio di storie
E gli occhi piovosi di parole
E pioveva davvero quella sera
Eccome se pioveva
Stasera non è fatta per le poesie d’amore

Stasera non è fatta per le poesie d’amore
Stasera è politica
Questo rosso fiume di sangue che ci separa e unisce il tu e l’io è un trionfo politico
Questa indifferenza è strategica
Un panottico di speranza
Che ancora m’imprigiona come la statua di bronzo di Harappa sepolta per secoli
Solo per essere viva

Stasera
Sogniamo piuttosto
Come fa chi ama
Diventiamo ribelli per una causa
Come fa chi ama
Dubitiamo, disapproviamo e denigriamo
Come fa chi ama
Il conflitto è un camaleonte famelico che danza sfrenato in un carnevale puritano
E il carnevale è vero
Stasera non è fatta per le dolci poesie d’amore
Sono troppi stasera ed è troppo

*

La radici appiccicose

vengo da un luogo dove si crede che la fioritura del bambù e
le morti innaturali siano il male
un luogo migrante le cui coordinate di tempo sono intrappolate all’interno
un trapezio imbottito di germogli di bambù sottaceto e fette di pizza a domicilio
riconciliazione. Giusto?

dopato in un dialetto di dissociazione
il mio piccolo luogo di nascita pizzica e starnutisce
perfino gli starnuti si acquistano in pacchetti al giorno d’oggi

vengo da un luogo senza bordelli, senza vita notturna
i giorni sono bestie affamate che accarezzano le notti
in auto, multiplex e parchi. L’umore è buono ma schiva

l’onore come il pettegolezzo
i matrimoni tra caste hanno affrontato un viaggio tedioso
nella mia cittadina per eterosessuali

la confessione è una forma di protesta
e la mia gente ha preso a parlare, condividere, confessare
in TV, su Facebook, su Instagram, su Twitter, sui blog, ecc. ecc.
un luogo migrante
la migrazione è una forma di libertà, una protesta in sé
e il mio luogo migra con radici appiccicose.

*

Amore e dimensioni

Non avevo mai creduto
che l’amore
si potesse esprimere
in un haiku
o in una breve poesia

precisi
come un battito di palpebra

sociali
come i sensi

multipli
come una parola

Poi ho amato
e
grazie a dio
ho capito
l’amore
non ha bisogno
di farsi sguardo
se è profondo
come un’occhiata furtiva


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