Davide Maria Quarracino
(inediti)
*
Nella crepa improvvisa cadremo
ad uno ad uno,
stringendo la mano
o l’immaginaria
mano di qualcuno,
pregando
fin dove lo consente il passo, la parola –
non per sempre né per un istante
Tormentando chi ci affianca, assalendo
i cari, il dio, lo sconosciuto
mondo che vita e morte
ci dà, insieme. Cerchiamo, pregando
l’incessante monologo
fra chi si ama:
io amo te, e tu mi ami:
ciascuno alla sua gabbia, infine –
e poi nascondere sempre
il volto che piange.
*
Lascia, quand’è giusto, scorrere
in fondo all’io
della vita che ti diedero da vivere lo sguardo.
Lascia scorrere lo sguardo
nel profondo
che ti vide sfiorare la morte
sopra un viso, verso
l’altro cielo
il domani, l’altra pace
l’addio – il suo viso, ricordi? Tutto
fuorché materia sapevi di sfiorare…
Davide Maria Quarracino (Santa Maria Capua Vetere, 1995) vive e studia a Roma. La sua opera prima è Frangiflutti (LietoColle, 2015)
Fotografia di proprietà dell’autore