“Il nome o il verso?”
“Il poeta va dal tetto alle fondamenta”: dialogo con Tu?rul Tanyol
a cura di Nicola Verderame
Negli ultimi giorni di Gennaio 2017 ha suscitato molto clamore nel mondo culturale turco la notizia di un ritiro dal mercato di ben 35.000 copie di una rivista a metà fra la fanzine illustrata e la rivista letteraria, che aveva pubblicato alcuni versi che il poeta Turgut Uyar, uno dei grandi maestri della poesia turca del Novecento (…)
La poesia è forse il campo della letteratura turca meno conosciuto in Italia, quantunque presenti una grande pluralità di voci, di orientamenti politici, di mezzi stilistici e di mezzi di comunicazione. Fra i nomi di spicco troviamo senza dubbio Tu?rul Tanyol, del quale è appena stato pubblicata la prima raccolta di poesie in italiano, intitolata Il vino dei giorni a venire – Poesie scelte 1971-2016. Lo scrittore, nato a Istanbul nel 1953, dove vive tuttora, è sociologo e insegna all’università Yeditepe. Ha esordito nei primi Anni Ottanta, scrivendo su riviste letterarie che hanno segnato la rottura con il realismo socialista imperante (…)
La pubblicazione della raccolta mi ha offerto lo spunto per una conversazione che spazia da temi letterari a considerazioni più ampie sulla situazione sociopolitica della Turchia di oggi (…)
T.T.: Non credo che sia cambiato molto in campo letterario e nemmeno in senso sociale. Il movimento di Gezi è stato un momento di esplosione sociale e non aveva una direzione unica. I giovani che si sono concentrati nel parco non condividevano un’identica ideologia. Era un movimento senza leader. Dai verdi agli anarchici, dai comunisti agli attivisti LGBT, tutti si sono riuniti in quel luogo. Per questo motivo non ha avuto eguali. Ma, data la mancanza di un leader, era condannato al fallimento. L’atmosfera di quei giorni ha eccitato tutti noi e ci ha fatto scrivere poesie, nel mio caso la poesia Gezi Park e altre, infondendomi una nuova speranza nei giovani. Però non ha avuto seguito: la gente ha espresso la reazione che si portava dentro, poi ha smesso di parlare.
Un inedito :
GÜNAHKÂR GAZEL
Gün?????n?n cenaze töreninde
Karanl?k çökmeden hemen önce
Aya??na tak?l?r gölgesi gezginin
Ve usulca sars?l?r zemin
?çine dü?tü?ümüz bu âlem
Biri bo? iki sayfa, bir çift kalem
Huzuruna ç?kt???m?zda bir gün Sen’in
Sorulur tutmad???m?z onca yemin
Yorulur yanl??lar da elbet
Hay?rdan ne ç?kar ço?u evet
Günah?n ince yolu avuçta
Vermedi?in zekât, tutmad???n oruçta
Derler ki bir gölge sendeler bazen ruhta
Usulca kararan göklerin alt?nda
Tu?rul tad?na bakar ?arab?n hem eder yemin
Bir daha yola ç?kar içindeki gezgin
GAZÈL DEL PECCATO
Mentre si piange la luce del giorno
a un soffio dal crollo della notte
l’ombra s’avvinghia ai piedi del viandante
la terra ondeggia lentamente
il mondo su cui siamo atterrati
è fatto di due fogli – uno bianco – e un paio di penne
un giorno giunti al Tuo cospetto
chiederai dei mille voti che ho rotto
l’errore s’affaticherà di certo
inutili i rifiuti, ci si vede spesso annuire
nel palmo è il sentiero sottile del peccato
l’offerta non data, il digiuno mai rispettato
si dice che un’ombra vacilli nello spirito
sotto la volta che scurisce poco a poco
gusta del buon rosso Tu?rul e formula voti
mentre il viandante in lui s’incammina ancora
Tu?rul Tanyol (Istanbul, 1953) ha studiato Sociologia alla Bosphorus University ed è Professore Associato alla Yeditepe University di Istanbul. E’ considerato una delle figure più importanti della poesia turca contemporanea ed è critico e saggista. Negli anni ’80 ha collaborato alla pubblicazione di due delle riviste più influenti dell’epoca: Üç Çiçek e Poetika. Ha inoltra collaborato alla pubblicazione del magazine d’arte “E” e dal 2000 al 2004 è stato consulente editoriale della casa editrice YKY. E’ stato inoltra nel collegio dei direttori delle riviste Kitap–l?k, Cogito e Sanat Dünyam?z. E’ stato tra i fondatori del Beyo?lu Poetry Festival di Istanbul e dell’International Poetry Festival. Nel 1985 ha vinto il prestigioso premio Necatigil per la poesia. All’attivo ha sette raccolte di poesie poi convogliate nel volume Collected Poems 2000-1971 (Yapi Kredi Yaynlari). Nel Gennaio 2015 è apparso il volume Gelecek Günlerin ?arab? (“Il vino dei giorni a venire” – Ibid.) suscitando molto clamore, contenendo la raccolta dei testi dedicati agli avvenimenti di Gezi Park e alla figura di Erdogan, cosa inaspettata da colui che è considerato il più puro e lirico dei poeti turchi viventi. A breve sarà disponibile la prima antologia in lingua italiana tradotta e curata da Nicola Verderame e Margherita Macri.
Nicola Verderame è Doctoral Fellow presso la Berlin Graduate School Muslim Cultures and Societies, dove conduce una ricerca sull’architettura ottomana. Cura il blog “Defter – Poesia turca contemporaneaturca ” dedicato ai poeti viventi che si esprimono in turco.