(inediti)
I
Forse, non c’è scavallamento
sulla soglia.
Forse: non è nelle mie corde,
la parola: Certo.
Cammino e nella terra di caviglie
aro il solco chiuso a cerchio.
Avanzo con remi di stinco
e non rallento.
Il limite è infinito orizzontale,
chiuso a cerchio
e al centro io potrei –
sì, potrei, ma non lo faccio –
condurre il toro a briglia
solcando fosse.
Forse, non c’è continuità
oltre la soglia.
Percorro a giro la circonferenza
e non mi sporgo
se non con l’occhio di vedetta, strabico,
i polsi giunti al coccige,
il passo certo. Certo.
E qui mi riconosco: non ho dubbio
e non rallento.
Non oso sbilanciarmi nella scelta:
il centro è stato, dentro,
di là lo spazio attende.
V
Ho bisogno di collocazione.
Se devo essere madre virtuosa,
novizia sacrale, o emancipazione
Io devo saperlo.
Se vado a tentoni m’inganno,
fallisco la posta e violento la rissa.
Non posso saperlo.
Se tu mi rischiari
nel letto – come la notte
che abbiamo rifratto
nel bosco scoperto
la fiamma nel disco
col fosco nel petto –
se tu mi rischiari nel letto,
la mia ammirazione svanisce,
la musica è un sibilare,
il seno in cancrena
si gonfia di latte
e io volo dentro un insetto,
mediocre. Non ho posizione
che accomodi la mia natura:
la luce si spoglia,
fiorisce il catrame.
Cristina Venneri è nata a Taranto nel 1986. Ha studiato Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Messina. Nel 2013 esordisce con il romanzo L’inconsapevole bellezza del fiore (0111 Edizioni). Avendo frequentato la Scuola Pound (Fucine Letterarie), vince nel 2015 la prima edizione del Premio Pound con una silloge di 10 poesie in prossima uscita per LietoColle. Attualmente vive a Roma, dove collabora come responsabile della sezione Letteratura con il Concorso Artistico Nazionale MArteLive.
Fotografia di proprietà dell’autrice.