AGOSTINO CORNALI – TRE INEDITI

CORNALIAgostino Cornali (Milano, 1983) è laureato in lettere classiche all’università Statale di Milano, insegna materie uma­nistiche in una scuola superiore di Bergamo, città dove vive. Ha pubblicato Questo spazio può essere nostro (Faloppio, LietoColle, 2010). Le poesie qui proposte sono parte di una silloge in progress.

Agostino Cornali
(inediti)

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                                                     Chieve

È il respiro del drago Tarantasio     
che fa tremare le persiane
nelle notti di febbraio

e sulle barche che solcano il lago
i nostri antenati longobardi
si alzano in piedi, tremanti sulle prue,
le spade e gli scramasax in mano

guardano la testa crestata del mostro
che emerge lentamente dalle acque,
i suoi occhi accesi nella nebbia
le fauci spalancate

e allora divampa
il fuoco sulle torri
dei castelli di pianura
e il pianto dei bambini risuona sulle coste
da Fara Gera d’Adda ad Acquanegra.

Mi consola ricordare
che è soltanto un’antica leggenda,
che quel mostro, se è esistito,
è stato ucciso
e un suo osso gigantesco
pende dal soffitto
della chiesa di Sombreno.

Di quel lago maledetto
che dà il nome alla tua via
è rimasta una piccola pozza
che non riesce ad asciugare
in un campo di frumento.

Ma tu, nel sonno, continui a tossire.

 

                                                        Gromo

 

I ruscelli sulle strade di Prenzera
intasano i tombini
fanno mulinelli, bolle
cingono d’assedio
le case di vacanza.

Nei giorni di pioggia
rinasce il desiderio
di vivere insieme, crescere
riposare sul greto dei torrenti

tornare al nostro destino
fossile, corallino

essere conchiglie
bivalvi incastonate
nell’arenaria
delle cattedrali.

 

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                                                     Trezzolasco

 

Fuori ci sono le stoppie
ricoperte di ghiaccio
e un orizzonte freddo
come una lama puntata alla gola

perciò restiamo qui, restiamo insieme
davanti agli epigrammi
incisi sulle pietre, ai fuochi
che qualcuno ha acceso
per fare luce ai morti

tra cent’anni un segnale
dai templi del cielo
ci farà attraversare la nebbia
che avvolge Trezzolasco

e se la voce del Serio scompare
soffocata dalla ghiaia
l’angelo delle rogge
ci indicherà la strada

verso un altro fossato,
un’altra città castellata
costruita a difesa
di un confine invisibile.


Agostino Cornali (Milano, 1983) è laureato in lettere classiche all’università Statale di Milano, insegna materie uma­nistiche in una scuola superiore di Bergamo, città dove vive. Ha pubblicato Questo spazio può essere nostro (Faloppio, LietoColle, 2010). Le poesie qui proposte sono parte di una silloge in progress.

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