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Il tempo declina e la spiaggia nasce sulla pagina.
Vedo le dune approssimarsi al dito che sfoglia.
La pianta del ginepro
accasciata alla riva pungola il suono.
Non si tratta di una casa o dell’estate che affolla i pensieri.
Si tratta di una pena e del suo impossibile.
Del vedere prima di patire.
Si tratta dell’irredimibile.
*
Nell’estate dei contrasti la casa ignora
il fuoco che si annida sui muri.
L’incendio devasta il paesaggio
rovina il disegno di chi osserva.
Ogni mobile tace. Scricchiola negli anni perduti
il fondo di un bicchiere apparecchiato per caso.
La calce occupa il terrazzo. La mente soprassiede.
Gli utensili della cucina sono fiori di un campo giallo.
La mente si apre al dovere. Entrano lettere, scavalca la figura
appanna il suono ogni coraggio di penetrazione.
Scava la fortuna come l’osso nei secoli del dolore.
*
È erranza la casa dimessa, la casa visitata, la casa poco illuminata.
È vaga la stanchezza perpetua che muove i corpi tra un ospite e l’altro
via via che mi incammino nel buio delle sale e sento il fischio del vento
imboschire le pareti e il mare tenersi saldo all’udito
come un timido principiante.
Dice questo il verso: ritornare,
rinterrarsi.
Dice che è fondamentale essere nati,
aspettare delle ore, gocciolare tra le stanze vuote.
Dice il verso che l’anima ha impegnato.
*
Nera non potrà, questa nera invenzione
che è lo sfrondare della veranda sulla testa
il corridoio lasciato indietro dai piedi
alla finestra del corpo, diventato di pietra.
Si potesse, salendo sulla morte,
fare di ogni primavera la pianura
della casa, fin dove ascolta, la fiamma
più lontana, tra musiche ignote di feste antiche.
Carla Saracino è di Maruggio (Taranto). In poesia ha scritto “I milioni di luoghi” (LietoColle, 2007. Premio Saba Opera prima), “Il chiarore” (LietoColle, 2013), “Qualcosa di inabitato” insieme a Stelvio Di Spigno (Edb, 2014), “Paesaggio” (Gattili, 2018). Ha scritto anche dei libri per bambini, tra cui “Gli orologi del paese di Zaulù” (Lupo, 2012), “Fiabe lombarde” (Pane e Sale, 2018), “Il mare è…” (Kurumuny, 2021), “Un giorno come gli altri” (Kurumuny, 2021). Scrive per la rivista digitale Monolith monolithvolume.com