Riccardo Campion (Alessandria, 1966) ha studiato letteratura polacca all’Università di Genova, allievo di Pietro Marchesani. Ha effettuato soggiorni di studio all’Università di Varsavia e si è specializzato in filologia slava con una tesi di laurea sulle redazioni slavo-occidentali e rutene dei testi biblici slavi. Ha un master in traduzione. Traduce da varie lingue fra cui il russo e il polacco. Ha collaborato come traduttore e redattore a ricerche storiografiche e progetti di ricerca universitari in ambito sociologico.
Riccardo Campion
(inediti)
Il primo giorno dopo l’operazione
La mia amata città è piena di ratti
e io sono in un letto d’ospedale
Sbucano dagli angoli dai lavori in corso dal buio
delle caditoie e pensare che qui
un tempo io studiavo
Stanotte mio nonno morto nell’ottantacinque
era la persona che mi stava più vicina
sentivo la sua voce terrosa lo intravedevo
staccarsi da una parete e sedersi accanto a me
La mia famiglia è esplosa in vari continenti
e sono stanco di tormentarmi
se chi è cresciuto con me non mi parla
se il mio cranio è malconcio e sottile
come un papiro come il Cile sull’atlante
Penso a chi è stato qui prima di me
volti capelli mani corpi
sfumati nell’odore di disinfettante nell’alone
dei lampioni fuori dalla finestra
E il vicino di letto di casa di banco
può solo sorriderti partecipe
e andiamo avanti
Ottobre, stazione
Ottobre, stazione, un sole tardivo,
una luce di quelle, quasi che esista
una legge che obbliga a contare le foglie.
Di fronte il parco con le sue isole umane,
gli arabi, gli autoctoni, le badanti moldave.
Un teatro che si è spento all’improvviso.
La stagione che si avvicina
è un caleidoscopio impietrito
Siamo entrati nel mondo
L’odore di carne arrosto alle otto di sera
è il più fedele segno dei tempi
assieme ai centri estetici con la scritta luminosa aperto
ma io non riconosco più questa città scontrosa e scaltra
dove l’olfatto resta l’unica guida
Più ci si addentra e più le tracce si diradano
un tempo aspettavo il lunedì mattina
per venire qui a contare i passi tra i numeri rossi e neri
l’intelligenza era lì al termine del tragitto
nell’aria calda nello stridio dei treni
Per la prima volta ho ignorato il nostro vicolo
ho voltato le spalle al posto
dove un giorno io e te
siamo entrati nel mondo
Riccardo Campion (Alessandria, 1966) ha studiato letteratura polacca all’Università di Genova, allievo di Pietro Marchesani. Ha effettuato soggiorni di studio all’Università di Varsavia e si è specializzato in filologia slava con una tesi di laurea sulle redazioni slavo-occidentali e rutene dei testi biblici slavi. Ha un master in traduzione. Traduce da varie lingue fra cui il russo e il polacco. Ha collaborato come traduttore e redattore a ricerche storiografiche e progetti di ricerca universitari in ambito sociologico.
Per Atelier ha tradotto
Fotografia di proprietà dell’autore