Giada Giordano nasce a Roma nel 1989. A tredici anni vince la Menzione d’Onore al Concorso Nazionale di Poesia “Un fiore per voi”, indetto dal Comune di Cervia. A diciotto anni scrive Sintomatologia e Simbolismo nella Visione Estetico-Decadente del XXI Secolo, che rappresenta, per lei, l’interfacciarsi con il mondo della saggistica. Nel 2014 viene selezionata per il corso di scrittura creativa indetto da Rai-Eri. Nel 2015 vince il Poetry Slam al Roma Fringe Festival. Suoi testi sono apparsi sulle riviste on line e cartacee «Voce Romana», «Euterpe», «Patria e Letteratura», «Our Poetry Archive», «Galaktica Poetike Atunis» , su «Arcipelago Itaca blo-mag» e sul «Journal of Italian Translation». Alcuni suoi testi sono in attesa di pubblicazione sul prossimo numero del “Periódico de Poesía” dell’Università del Messico. Un ulteriore suo componimento poetico figura negli «Archivi del Centro Nazionale Studi Leopardiani». È risultata finalista in vari premi di poesia.
Jennifer Poli (Milano, 1991) è laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente si sta laureando in Scienze Antropologiche ed Etnologiche presso l’Università Bicocca di Milano con una tesi tra antropologia medica e psicoterapia. Frequenta la scuola di Naturopatia e Medicina Psicosomatica di Riza. È una studiosa dalla psicologia del profondo. È apparsa su Poetarum Silva e altri blog. Ha scritto per riviste culturali indipendenti e nel 2015 ha fondato il lit-blog di narrazioni, critica e poesia Nuove Finzioni. Si è occupata di letteratura, poesia e teatro del ‘900.
Nel 2018 è apparsa nell’antologia Un verde più nuovo dell’erba. Poetesse Millennial degli anni ’90 per i tipi di Lietocolle. All’ombra del grembo (Lietocolle, 2017) è la sua opera d’esordio.
Giancarlo Baroni, Merli del giardino di San Paolo e altri uccelli, Mobydick editore 2009
La leggerezza dei Merli
lettura di Andrea Fallani
Ciò che per prima cosa colpisce, che disorienta il lettore dei Merli del giardino di San Paolo e altri uccelli di Giancarlo Baroni, è sicuramente la mutevolezza, la leggerezza e la fluidità dell’io lirico: colui che parla, o meglio canta, a volte è un essere umano, non un poeta ma un qualsiasi individuo; altre un uccello, e raramente un volatile sui generis, al contrario, spesso si tratta di una specie ben precisa (Tarabusino, passeri, rondone e quaglia è il titolo di una delle poesie in cui sono i pennuti a parlare). Proprio questa precisione nel catalogare gli uccelli secondo un approccio scientifico, ordinatore e razionale è un’altra delle caratteristiche della raccolta. A prima vista si tratta di un’intrusione ingiustificata di un linguaggio tecnico-scientifico in un tessuto per il resto molto semplice, composto di parole d’uso quotidiano; risponde invece all’esigenza di chiamare le cose col loro vero nome, di non fare di tutta l’erba un fascio e semplificare una realtà eterogenea e variegata.Questa precisione ricorda il passo della vigna di Renzo al capitolo XXIII dei Promessi Sposi, dove Manzoni compie una minuziosa descrizione di tutte quelle varietà di piante («gramigne, di farinelli, d’avene selvatiche») che l’ignoranza dei contadini semplifica con il termine dispregiativo di «erbacce». Invece ogni erba, così come ogni volatile, e allegoricamente ogni essere umano, è diverso dall’altro, ha abitudini, gusti e comportamenti particolari che possono essere scoperti e capiti tramite l’osservazione; in un mondo che tende sempre più all’omologazione, dove diverso è sinonimo di sbagliato, la raccolta di Baroni ci spinge invece a riconsiderare la specificità come valore.
Teratophobia (‘Round Midnight Edizioni, Campobasso, 2018) è la sua opera d’esordio.
La poesia, una “gemma nell’irrisolto”
Federica Ziarelli (1980) è nata a Perugia. Ha esordito nel 2010 con il romanzo " Sono venuto a portare il fuoco" ma scrive da sempre. Nel 2016 esce per la casa editrice Midgard una raccolta di racconti e poesie: " Aspettando l' aurora"; nell' estate del medesimo anno ha vinto il premio Midgard Poesia con la silloge " Gli occhi dei fiori."È stata curatrice di rubriche letterarie per blog e coordina presentazioni ed eventi d'arte.
Ofelia Prodan (nata a Urziceni, abita a Bucarest) ha fatto il suo debutto editoriale nel 2007, fra le sue raccolte poetiche si segnalano: Elefantul din patul meu (L’elefante nel mio letto, 2007; Premio per il Debutto dell’Associazione degli Scrittori di Bucarest, 2008; Premio della rivista Luceaf?rul, 2008; selezionata per il Premio Nazionale di Poesia Mihai Eminescu – Opera prima, 2008); Ulises ?i jocul de ?ah / Ulysses and the game of chess, 2011 (edizione bilingue romeno-inglese; Finalista del Premio Letterario Internazionale Città di Sassari, 2016); C?l?uza (La guida, 2012; Premio Nazionale Ion Minulescu, 2013); No exit, 2015 (Premio Nazionale George Co?buc, 2015; Premio Nazionale Mircea Iv?nescu, 2016). Figura nell’antologia Voor de prijs van mijn mond (a c. di Jan H. Mysjkin, Poëziecentrum edizioni, Gent, Belgio, 2013) che comprende 12 dei poeti romeni più rappresentativi degli ultimi 60 anni (Nina Cassian, Nichita St?nescu, Ana Blandiana, Nora Iuga, Ion Mure?an, Mircea C?rt?rescu ecc.). Un'antologia d'autore è uscita in Spagna con il titolo di High (El Genio Maligno, 2017). In Italia ha pubblicato su Nuovi Argomenti e L'Immaginazione e ha sostenuto cicli di letture pubbliche a Milano, Brescia, Roma, Sassari, Alghero e Ozieri. Ha partecipato all’VIII edizione (2013) del Premio Internazionale di Poesia e Prosa Napoli Cultural Classic, vincendo il primo premio per la sezione POESIA in lingua straniera. È membro dell’Unione degli Scrittori di Romania e del PEN Club Romania.