Gianluca Del Prete è nato a Napoli nel ’94, vive in Toscana. La terra sotto i piedi è la sua prima raccolta di poesie, ancora inedita. Alcuni testi sono leggibili in rete; su vari siti tracui: Versante ripido, Carte sensibili, LaRecherche.it, la pagina Facebook Poesia Portale Sud, PoetarumSilva. Partecipa a eventi e rassegne di poesia.
IscrittoLuglio 28, 2021
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Emilio Paz (Lima, 1990) Professore di filosofia e religione, laureato presso l'Università Cattolica Sedes Sapientiae. Ha pubblicato in Perù e all'estero, è stato tradotto anche in diverse lingue. Ricerca il rapporto tra poesia, educazione ed estetica. Collabora e scrivi sul portale Liberoamerica.
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Lettura di Prisca Agustoni
La recente raccolta poetica di Cristiano Poletti, Temporali (Milano, Marcos y Marcos, 2019) rivela, oltre a una tappa importante e matura del suo percorso – così come segnalato da Fabio Pusterla sulla bandella del libro – un interessante movimento di ricognizione lirica caratterizzato da una pausa conoscitiva, un’attesa piena di senso rivolta al contempo verso il mondo interiore e quello esteriore del poeta, come un pendolo che lento e preciso gravita da un punto all’altro della sua traiettoria, anche autobiografica. Il pendolo oscilla in modo costante, mosso dalle diverse forze che entrano in gioco, e su tutte, mi piacerebbe evocare qui due facoltà conoscitive dell’uomo che sembrano predomianare nell’approccio alla realtà, presente nella silloge di Poletti: l’attenzione e l’ascolto.
Se l’attenzione, nella tradizione filosofica occidentale (da Descartes a Leibniz a Kant) è un predisporsi per la presa di coscienza delle proprie rappresentazioni degli eventi della vita, siano questi astratti o concreti, l’ascolto sembra rivogersi alla voce, al dialogo, all’altro: essere all’ascolto indicherebbe quindi lo stato vigile di chi è proteso fuori da sé (pur scandagliando l’io, ricordando il noto Je est un autre di Rimbaud), l’intenzione quindi, l’impegno nel voler comprendere, grazie ad una naturale curiosità conoscitiva, i significati profondi che ci sfuggono, sia grazie al confronto diretto con l’altro, sia attraverso la contemplazione della natura o del paesaggio, aspetti sui quali torneremo.
Daniele Giustolisi, Se scendevi per strada, Capire edizioni 2019
Lettura di Francesco Diego Tosto
Nell’arco di un decennio trascorso a tradurre la propria vita in poesia – dalla prima raccolta Se poi dal buio uscisse la luce (Il filo, 2010) alla recente Se scendevi per strada (Capire Edizioni, 2019) Daniele Giustolisi – vincitore del premio Le Stanze del tempo 2019 / Fondazione Claudi - apre entrambi i titoli dei suoi libri con un se ipotetico a testimonianza della condizione drammatica dell’uomo viator, mai sazio di luce, alla continua ricerca di un approdo, di un varco non da descrivere o indicare ma da cercare.
I versi del poeta siciliano in questo nuovo testo, diviso in tre sezioni (Sopra i tetti di Myles-Una bologna di mille città- Mondrian hotel), appaiono più maturi e consapevoli, la loro sintassi libera, intenzionalmente frantumata, coinvolgente, e il loro afflato puro e incorrotto. «Cos’è questo filo segreto che unisce le storie?» si chiede l’autore (p.60), con la consapevolezza di una diffusa e latente tensione, che permea le pagine di un seducente diario di emozioni forti e dolorose, un alternarsi ossimorico tra il senso e l’incomprensibile, il buio e il lampo di una luce, la lotta e la resa, lo scoramento e la speranza. Si direbbe che l’animo di Giustolisi, sia pervaso da un’inquietudine lacerante e senza via di uscita, se non accrescessimo l’intensità di tale condizione di un significato più ampio e nobile, e cioè l’umano e vitale desiderio di aborrire una deludente quiete per catturare la totalità e sconfiggere il vuoto, il deserto dell’esistenza.
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Ha pubblicato nell’anno 2019 la sua prima opera poetica “Anidramnios – Canto a due voci” con la casa editrice Controluna e nel 2020 l'opera poetica "La voce sognante" con la casa editrice RP Libri.
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Eleonora Rimolo (Salerno, 1991) è Dottore di Ricerca in Studi Letterari presso l’Università di Salerno. Ha pubblicato le raccolte poetiche Dell’assenza e della presenza (Matisklo, 2013), La resa dei giorni (Alter Ego, 2015 – Premio Giovani Europa in Versi), Temeraria gioia (Ladolfi, 2017 – Premio Pascoli “L’ora di Barga”, Premio Civetta di Minerva, Finalista Premio Fiumicino, Finalista Premio Fogazzaro) e La terra originale (pordenonelegge – Lietocolle, 2018 – Premio Achille Marazza, Premio “I poeti di vent'anni. Premio Pordenonelegge Poesia”, Premio Minturnae, Finalista Premio Fogazzaro, Finalista Premio Bologna In Lettere, Premio Speciale della Giuria “Tra Secchia e Panaro”, Segnalazione Premio “Under35 Terre di Castelli”). Suoi inediti sono stati pubblicati su “Gradiva”, “Atelier”, “Poetarumsilva”, “Poesiadelnostrotempo”, “Poesia2punto0” “Perigeion” e tradotti in diverse lingue (spagnolo, arabo, russo, francese, inglese, portoghese, macedone, rumeno). Con alcuni inediti ha vinto il Primo Premio “Ossi di seppia” (Taggia, 2017) e il Primo Premio Poesia “Città di Conza” (Conza, 2018). È Direttore per la sezione online della rivista Atelier.
Libertà e norma: nostalgia di un desideriodi Eleonora Rimolo * Fate che alla fine di questo prato ci sia altro...