ATHINÀ PAPADAKI è nata ad Atene nel 1945. Figlia dello storico Takis Lakkas e della poetessa Sofia Mavroidì – Papadaki. Ha studiato Scienze politiche e ha lavorato come giornalista. È stata produttore della trasmissione radiofonica “I nostri racconti”, dove i bambini erano i creatori delle storie. È membro dell’Associazione Scrittori e dell’Unione giornalisti di Atene. Dal 1974 ha pubblicato tredici raccolte poetiche e sette libri per bambini.
CHIARA CATAPANO nasce a Trieste nel 1975. “L’aria natia tormentosa” ne influenzò di certo carattere e scelte: il sapore inizi ‘900 della città, il cui orologio s’era fermato e che pareva una parentesi tra Balcani ed Europa, le ha dato la possibilità di crescere sentendo parlare per le strade e nelle botteghe tedesco, croato, serbo, greco. Traduttrice e poetessa, ha pubblicato due raccolte poetiche (Thauma ed.). Suoi articoli, racconti e poesie sono comparsi in riviste italiane e internazionali e tradotti in diverse lingue. Ha organizzato assieme ad prof. Andrea Aveto dell’Università di Genova la riedizione dei “Discorsi militari” di Giovanni Boine (Fondazione del Museo Storico del Trentino). Collabora in modo continuativo con la rivista internazionale “Traduzionetradizione” – http://www.traduzionetradizione.com/, con la rivista Poetarum Silva – https://poetarumsilva.com/, con l’Università di Atene, con diversi poeti greci di cui cura l’opera. Studia presso la scuola di Animologia Immaginale di Trieste. È giurato e traduttrice per il Festival e Concorso Internazionale del Castello di Duino.
https://catapanochiara.wordpress.com/
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PERFINO IL CONQUISTATORE
Straniero.
Tu che vieni,
da terra il mare
della catastrofe.
Alla paura sacrificava
anche il grande condottiero.
Con il nome
di Alessandro il Macedone.
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ELENA DELL’AMORE
Fuggivi.
E il peplo
della testa,
maledizione spartana
ti seguiva.
Regina di un giaciglio
e di chiuse montagne,
neppure il tuo fiato
poteva valicare.
Fuggivi.
Regina
d’una bellezza armata alla guerra.
All’ultima cena degli amanti
fosti scelta,
senza innamorarti.
Ma la fuga,
diventa prassi,
quando non ami.
Fuggivi.
Ipnotizzata
da un qualche Paride,
un naviglio
ha attraversato gli anni.
E tu sola,
hai percorso il nero mare
con fini impronte,
che le acque non cancellarono.
Portò rispetto il mare
non alla bellezza,
ma all’audacia.
Senza arrossire,
insanguinasti popoli.
Tu tu tu.
Il salto purosangue
della Storia.
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TRAMONTO
A fiamma bassa
racconta.
Attempata
sta
sul muretto del giardino.
Mani cingono le ginocchia
diresti abbraccino
la sfera.
Rughe,
al di là del bene
e del male
s’accoppiano
nei paradossi.
S’apra
l’Arca di Noè,
si rimetta in marcia
l’antica varietà.
Con tale opposizione
che rimane?