Annie Rachele Lanzillotto è poeta, performer, cantautrice, regista, è nata nel Bronx da famiglia di origine barese. Ha pubblicato numerosi volume di poesie e saggistica, con particolare attenzione all’esperienza culturale, alla storia e alla vita delle comunità italo-americane del suo quartiere di origine, temi ai quali ha dedicato anche documentari e cortometraggi. È stata insignita di numerosi premi e riconoscimenti per la sua attività letteraria e ha fondato e dato il suo nome a laboratori in scrittura e teatro, presso i quali ha insegnato e fatto attività di tutoraggio, che si tengono da oltre trent’anni in svariati luoghi, dal NYC Ballet al carcere di Sing Sing. www.annielanzillotto.com
Marco Bini (1984) vive e lavora nel modenese. Ha pubblicato i volumi di poesie Conoscenza del vento (Ladolfi editore, 2011), con il quale ha conseguito diversi riconoscimenti, e Il cane di Tokyo (Giulio Perrone editore, 2015). Suoi testi sono apparsi in antologie, come La generazione entrante (Ladolfi editore, 2011) e Post ‘900 (Ladolfi editore, 2015), e pubblicazioni come Quadernario 2016 (LietoColle) e Smerilliana. È redattore della rivista «Atelier», per la cui versione online traduce poeti dall’inglese. Annie Rachele Lanzillotto
Tre inediti
Traduzione di Marco Bini
“At Sea At Sea”
The lighthouse in Messina pulses every couple of seconds as a signal for safety to shore,
But tonight there are those at sea at sea.
The ports of Italia are closed by a government decree.
629 refugees on the rescue boat Aquarius, low on water and food, await an open port,
While activists around the world shout at the Prime Minister: “Stay Human!”
Is this what we have a government for? Just a week ago, we had no functioning government. Perhaps the world would be better off…
A Napoletana says:
“I’d made a promise to take my five year old son to the beach and focus just on him for a few days. He is the love of my life. This is my promise. But after a while of looking at the sea, I walk away. How can I enjoy the beach knowing there are those in peril in this water?”
The world was always this way, divided into those who dissociate from the earth and all beings and those of us who can’t,
Not even for one glorious moment.
In mare, in mare
Il faro di Messina lampeggia a brevissimi intervalli per segnalare un luogo sicuro alla costa,
ma stanotte ce ne sono in mare, in mare.
I porti d’Italia sono chiusi per decreto del governo.
629 rifugiati sulla nave soccorso Aquarius, a corto di acqua e cibo, in attesa di un porto aperto,
mentre attivisti da tutto il mondo gridano al primo ministro: “Resta umano!”
È per questo che facciamo i governi? Appena una settimana fa non ne avevamo uno in carica.
Forse il mondo starebbe meglio così…
Una donna di Napoli dice:
“Ho promesso a mio figlio di cinque anni di portarlo in spiaggia e stare un po’ con lui per qualche giorno.
È l’amore della mia vita. Gliel’ho promesso. Ma dopo aver guardato un po’ il mare, sono andata via.
Come posso godermelo sapendo che in quelle acque c’è chi è in pericolo?”
Il mondo è sempre andato così, diviso fra chi mette una distanza fra sé, il pianeta e i viventi e quelli fra noi che non ci riescono,
neppure per viversi un magnifico istante.
*
“Il Cristo Velato / The Veiled Christ — Napoli”
Christ is more bloody in Italia
True murder victim wounds barely congealed
Six pints of red visible layers of fascia open
Makes you wonder who cleaned up the scene of the crime in America
The Veiled Christ in Napoli I can’t even peek at
He suffered too much like my mother
One look at him and I am back at her bedside
The wrinkles of her final white cotton sheet smoothed as I
Move the air over her skin as little as possible
You’d think with marble blood wouldn’t be visible
But this Christ, you can see where his pulse once plumped veins and arteries
Vital with sap
You look at him you want to stitch his wounds
Life’s heat you can feel leave his corpus
Step softly around his body with museum-goer mourners viewing the newly laid out dead
He’s lain like this for two hundred fifty years
Skin marble cotton marble lace
I can’t look at any of the dying or dead Christs in the Mezzogiorno
I get filled with grief all over again
Christs the exact pallor of three hours dead
Even this morning in Messina, the Christ over the altar in Our Lady of Lourdes was practically bleeding all over us
I didn’t dare walk under him to stand on line for communion, or look up
Wounds dripping
Il Cristo velato, Napoli
Cristo in Italia è più sanguinolento
vere ferite da assassinato rapprese appena
tre litri di sangue si vedono gli strati di tessuto esposti
e ti chiedi chi in America abbia ripulito la scena del crimine
Il Cristo velato a Napoli che non riesco neppure a guardare
ha sofferto immensamente come mia madre
mi basta un’occhiata e sono di nuovo al suo capezzale
ripianate le pieghe del suo ultimo lenzuolo bianco di cotone
mentre muovo l’aria il meno possibile sulla sua pelle
Penserai che nel marmo il sangue non si veda
ma in questo Cristo si riconosce dove il battito gonfiava vene e arterie
di linfa vitale
lo guardi e vorresti ricucirgli le ferite
puoi sentire il soffio caldo della vita abbandonarne il corpo
girargli piano attorno con altri frequentatori di musei in lutto di fronte al morto appena deposto
Se ne sta disteso così da duecentocinquant’anni
pelle di marmo e merletti di marmo-cotone
Non riesco proprio a fissare i Cristi morenti o spirati del Mezzogiorno
l’afflizione torna subito a riempirmi
Cristi che hanno l’esatto pallore di un morto da tre ore
Anche stamattina a Messina, il Cristo sull’altare della Nostra Signora di Lourdes era come se ci sanguinasse addosso
Non ce l’ho fatta ad andare fin lì sotto a fare la fila per la Comunione, o a guardare in su
alle ferite che sgocciolano
*
“La Madonna di Libertà”
Immacolatella
Green face like the Statue of Liberty
How her copper countenance once shined
When all my grandparents left Italia from this port of Napoli
Immacolatella
The last madonna Grandma Rose saw before the Madonna di Libertà at Ellis Island.
Immacolatella
On a serpent stands-the face of a bulldog at the head
Immacolatella
In the center of four standing angels:
One with left hand on heart, mouth open in adulation.
The second sits in clouds
feather in left hand and turning toward her.
The third points with the right hand directing us to her. The fourth’s hand is outward, palm open, blessing and warning us at the same time,
Just as my Mother did whenever I left by the door. “Mi raccomando!”
A serpent is under and between the fourth angel’s legs. The angel can control the serpent’s ferocity, almost ride it. The serpent is both hiding and poised to attack.
Immacolatella
Immacolatella
A salute to the sea where you were founded.
La Madonna di Libertà
Immacolatella
Faccia verde come la Statua della Libertà
come brillava la sua espressione di rame
quando i miei nonni lasciarono l’Italia da questo porto di Napoli
Immacolatella
L’ultima madonna che vide nonna Rose prima della Madonna di Libertà di Ellis Island.
Immacolatella
In piedi sul serpente – il volto di un bulldog sulla testa
Immacolatella
Al centro tra quattro angeli schierati:
uno ha la mano sinistra sul cuore, la bocca dischiusa in preghiera.
Il secondo siede tra le nuvole
nella sinistra tiene una piuma e si volge a lei.
Il terzo indica con la destra guidandoci a lei. La mano del quarto è rivolta in fuori a palmo aperto,
in un gesto benedice e ammonisce,
come faceva mia madre quando uscivo: “Mi raccomando!”
Il quarto angelo ha un serpente sotto e fra le gambe. L’angelo sa contenere la cattiveria del serpente, quasi la domina. Il serpente si nasconde ma sembra pronto ad attaccare.
Immacolatella
Immacolatella
Un omaggio al mare che ti ha fondata.
Fotografia di proprietà dell’autrice.