Annalisa Rodeghiero nata ad Asiago, vive a Padova dove si è laureata in Scienze Biologiche. È presente con altri autori in diverse antologie tra le quali: Lunario in versi (11 poeti italiani) iPoet 2018 di LietoColle, nei Quaderni di poesia del Gruppo poeti UCAI (2019), Fra gli ultimi del mondo (Giovane Holden, 2020), Distanze verticali (Macabor, 2024). Sue poesie e note critiche di testi sono contenute nel IV volume di Lettura di testi di autori contemporanei curato da Nazario Pardini (2019). La sua poesia è stata tradotta in spagnolo e romeno. Ha partecipato alle rassegne di poesia “Breviario del tempo” a cura di Vincenzo Guarracino, “Festival biblico” (2022, 2023, 2024), “Festival del mare 2023” a cura di Enzo Santese, “Maratona di poesia; Pensieri al vento” al Museo Mart di Rovereto a cura di Lorenzo Menguzzato e “Così inutile, così necessaria la poesia ” a cura di Massimo Parolini per l’Associazione Antonio Rosmini di Trento.
Ha pubblicato Di spalle al tempo (Venilia Editrice, 2015), Percorrimi tutta (Art&Print, 2013), Versodove (Blu di Prussia, 2017), Incipit (Stravagario, 2019), A oriente di qualsiasi origine (Arcipelago itaca, 2021) e la plaquette bilingue Ca zăpada, ca ingerîi – Come la neve, come gli angeli (Editura Cosmopoli Bucurest, 2023). Tra i tanti riconoscimenti ottenuti è risultata tra i finalisti del “Premio Lorenzo Montano” (2020, 2023), del Concorso “Guido Gozzano” (2021, 2023), “Bologna in Lettere 2020”, “Premio InediTO – Colline di Torino 2024”, “Concorso Umbertide XXV Aprile” (2022, 2023). Tra i numerosi premi vinti: il “Premio Agostino Venanzio Reali 2023” e il “Certamen Apollinare Poeticum” (2022) dell’Università Pontificia Salesiana.
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Ma in quale meridiano di luce
muove quel suono, la voce
sul volto svuotato
con quale certezza avanza
libera sui bordi aderisce
vento all’erba si eleva dove
solo ciò che è presente manca.
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Notti oniriche nell’adagio dell’aria
l’accorrere di parole nel bianco arato
il velare voluto e quella terra
sconosciuta e già
lirica dell’incommensurabile,
sulla schiena radura succedersi
di millenni pienezza e vacuità.
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Ultima direzione o prima
nel chiarore di risposte febbrili
il varco, la gioia, la colpa
il contenerli che invade gli occhi.
Nell’immediata vicinanza
oltre ogni aspettativa
la vita paziente orienta
verità opposte.
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Ho letto sulla tua
in un attimo, invecchiata fronte, il male
inciso da lance di un tempo impotenza,
tratti di dolore nella gravità di zigomi
in lavorio dei denti l’occhio
sul buio avverato della schiena
la catena rinuncia che solo in gola si poteva accettare
l’essere stati, almeno per poco e perché sventati, santi.
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© Fotografia di proprietà dell’autrice.