Anna de Noailles, “Il cuore innumerevole” (Passigli, 2023)

Nota a cura di Giuliano Ladolfi

 

Grazie alla traduttrice Marzia Minutelli sono venuto a conoscenza di una interessante poetessa francese, Anna de Noailles, della quale nel 2023 Passigli ha pubblicato il testo Il cuore innumerevole (Le cœur innombrable).

Il testo è corredato da un’ampia introduzione, nella quale si tratteggiano il mondo poetico della scrittrice e i problemi legati alla traduzione; seguono approfonditi cenni biobibliografici che precedono le composizioni riprodotte in francese e in italiano. Conclude una sezione, Notizia sul testo, nella quale la Minutelli rende ragione di alcuni interventi, riguardanti soprattutto le variazioni di punteggiatura.

In primo luogo, mi ha colpito la traduzione, assai attenta a riprodurre nel modo più fedele possibile l’originale non solo nel significato, ma anche – fatto difficilissimo – nelle rime e nel ritmo. Ne comprendo e apprezzo la maestria, perché anch’io amo la letteratura francese Quando ho tradotto un gruppo di composizioni di Verlaine, ho privilegiato in modo assoluto la metrica e le rime senza timore di cambiare il senso. Ne è emblema il titolo dell’antologia: Tradire Verlaine. Del resto, il poeta stesso ha indicato: “Musica prima di tutto”.

La traduttrice è assolutamente consapevole che «un testo letterario, specialmente se in versi, in qualunque lingua sia composto, sia per sua natura (Jackobson diceva “per definizione”) intraducibile; che nell’aleatorio equilibrio tra zelo di congruenza fonosemantica, sintattica e stilistica da un lato e peculiarità espressiva della lingua d’arrivo e dell’idioletto del traduttore dall’altro molto vada fatalmente smarrito per strada. Ciononostante, cimentarsi nell’impresa non è partita persa: l’atto interpretativo connaturato all’esercizio traduttorio dà vita a un testo altro che, fruibile da un pubblico tanto più vasto (quanti cultori di poesia in Italia sono in grado di avvicinare in originale in libro dell’Odissea o una lirica di Wislawa Szymborska?), conserva e trasmette qualcosa del testo di partenza. Il presente esperimento è nato da un capriccio estemporaneo che un’etimologica simpatia nei confronti dell’oggetto ha presto trasformato in scommessa. Se vinta o meno, lascio che a giudicarlo sia l’eventuale lettore» (p. 17). E la scommessa è certamente stata vinta. La Minutelli sa utilizzare la parola italiana con cura, la riempie di ritmicità e di illuminazione come scavo interiore dell’originale e di se stessa in una tensione di pienezza semantica.

Aggiungo come pregi della traduttrice lo studio iniziale, la documentata biografia della poetessa e le note chiarificatrici.

In secondo luogo, ho scoperto un’autrice francese di grande valore. Mai mi era capitato di sentire il suo nome. Anna-Elisabeth Bibesco Bassaraba de Brancovan, nacque a Parigi nel 1876 e dal 1897 divenne la contessa de Noailles per aver sposato un discendente dell’alta aristocrazia d’oltralpe. Pubblicò nove libri di versi e parecchie altre opere, tra cui una “monumentale corrispondenza” con importanti personaggi a lei contemporanei. Morì nel 1933 dopo aver conseguito importanti riconoscimenti.

Nella raccolta Il cuore innumerevole (Le cœur innombrable), pubblicazione che riscosse enorme successo di lettori, specialmente femminili, si possono cogliere i tratti di una visione della natura che per alcuni aspetti richiama il Romanticismo tedesco, filtrato attraverso un animo prettamente femminile che sa cogliere di essa il fascino e il mistero, all’interno di un desiderio di purezza e di serenità, espressione di una «sensibilità creaturale del tutto scevra da pregiudizi antropocentrici che, in tempi di ecologismo e di animalismo avanzati, colpisce per la sua presente modernità» (dal risvolto di copertina): «Natura sul cui cuore profondo il cielo si posa, / Nessuno intensamente quanto me avrà amato / il chiarore dei giorni e il dolce delle cose, / L’acqua e la terra dove la vita ha germinato»; «Le stelle su nel cielo si accendono una a una, / Il mobile fogliame soavemente si culla, / Le onde in mezzo al mare si levano alla luna, / Il canto degli uccelli a momenti singulta…»; «Il fogliame che beve i fumi dello stagno / dopo i fuochi del giorno si distende acquietato». Le citazioni continuerebbero all’infinito, supportate dal fascino di una disposizione poetica capace di aprire orizzonti di percezione assolutamente originale.

Non mancano composizioni calate nella dimensione storica e improntate ai grandi valori di fraternità, di giustizia e di attenzione ai miserabili.

È veramente coinvolgente la presenza in tutta la raccolta di una grazia, di una nobiltà e di una gentilezza d’animo straordinaria: «Sentire dentro il cuore il fuoco, il sangue e l’aria / Che vorticano come fa sulla terra il vento; / – Innalzarsi al reale e chinarsi al mistero, / Essere il dì che sale e l’ombra che digrada».

Qui la poesia raggiunge uno spazio di rigenerazione intellettuale, capace di presentare il senso profondo della realtà.

 

 

Giuliano Ladolfi

 

 

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