Anita Piscazzi, “L’erranza” (peQuod, 2023)

A cura di Massimo D'Arcangelo

Anita Piscazzi è una pianista e poetessa pugliese, ricercatrice, impegnata in studi etnomusicologici e didattico-musicali.

L’erranza è la sua terza raccolta poetica, pubblicata per peQuod, nella collana Portosepolto, a cura di Luca Pizzolitto. Un’opera dedicata ai cercatori dell’invisibile, a coloro che esplorando le cuciture dei suoni e le curvature del tempo, giungono all’antico silenzio dei luoghi sacri, nell’incontro tra la luce e le tenebre, che tutto uniscono, in un mondo monadico senza porte e finestre. Ma è nella luce che i versi di Anita Piscazzi allargano i confini, ci costringono ad abbandonare il corpo alla dimensione mistica, e lasciare un sigillo per ritornare ad essere alba di tutti i pensieri.

L’erranza — come dichiara l’autrice — si disvela attorno al nucleo tematico della mancanza che accresce il desiderio di cercare l’altro, di relazionarsi. Un cammino attraverso il quale tutto si risveglia, e chiede salvezza, dentro e altrove, inseguendo un segno-guida che accolga l’istante dell’apparizione nell’abisso del vedere.

 

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« E così ho scoperto che tutto mi riportava alla luce e ho iniziato ad indagare sul tema non semplice della luce ed è su questo filo che ho tessuto “L’erranza”, l’idea del cammino personale, del viaggio come destino spirituale, dove ogni luogo, ogni suono, ogni parola diventano un segno del nostro andare. »

Anita Piscazzi

 

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E quando ti girerai
saprai toccando il punto più alto.

La stella a oriente del meridione
non ha inizio né fine,

ruota potente di segni e miracoli,
dimora nel firmamento.

Così pensando e andando
in te, primo angelo

spalanco il mio cuore buissimo,
l’eterno sbatte nella tua ala.

Infiamma il lume della tenebra,
primamente altra luce non vidi

e non volli che l’usignolo muto
e il canto aperto del tuono solitario,

il libano, il falco e il bianco del rosmarino.

 

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Ciò che la primavera fa agli alberi,
l’invisibile lo fa alla luce.

Il polline delle stagioni sepolto da millenni
riprende a volare, non sa da quanto tempo.

Le cellule nel sangue si muovono lentamente,

tutto l’universo resta nello spazio a catturare
i corpi sonori del silenzio,

in un altro cielo di lampo, in un altro luogo di salvezza.

 

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Il potere è nel corpo di luce
che si fa fuoco.

Gli atomi dell’esistenza in cibo, bocca, acqua.

Dentro, il mondo invisibile è abitato
da fasci trasparenti, esplosioni di forme

colme di cento delizie: mari, giardini profumati,
frutteti, banchetti di nozze.

Tutto questo è come un sogno,

così la luna diventerà un pesce,
la montagna un cammello,

ogni cosa sarà nella trasformazione.

 

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III

Ogni cosa, ovunque volgerai lo sguardo,
ti sembrerà non avere forma
e i tuoi compagni di viaggio saranno
la fiamma, la strada, il segno.

Soltanto ascolta, chiudi la bocca,
anche se hai cento pieghe di feltro addosso,
— guarda come si manifesta l’universo.

Il tuo lampo sarà pura luce.

 

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«Così vagante e persa nei luoghi più estremi del suo spiritualismo raffinato, danzante e crepuscolare, benché ancorata a un richiamo d’amore struggente, Anita Piscazzi prova a disancorare la poesia dall’io, dal corpo, dalle gabbie del Tempo e dello Spazio, per finalmente volare in una luce gioiosa in cui sbarazzarsi della condanna del nome, così da poter dire, proprio come fa lei con un “superiore” sogno di libertà, di smaterializzazione e dunque di conoscenza: “Non fui nel nome”. »

Da Un “superiore” sogno di libertà e di conoscenza. (Andrea Di Consoli)

 

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Anita Piscazzi, poeta, pianista e ricercatrice. Ha pubblicato: Amal (Palomar, 2007), Maremàje (Campanotto,2012), Alba che non so (CartaCanta, 2018), Ferma l’Ali, cd poetico-musicale (desuonatori, 2020) e il romanzo Canto a silenzio. Anna Magdalena Bach (Florestano, 2022). Ha curato Sotto traccia, antologia poetica di autori vari (Latitudine 41, 2022). Tradotta in diverse lingue, è in Ossigeno Nascente (Atlante dei poeti contemporanei italiani – Università di Bologna), in Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea e (Raffaelli, 2018), in PoetrySoundLibrary di Londra, in Voices of ItalianPoets dell’Università di Torino e in RaiPoesia. È stata pubblicata in antologie e in riviste italiane ed internazionali. Ha collaborato ai progetti poetico-musicali: Alda e il soldato rock con Eugenio Finardi, Ferma l’Ali con Michel Godard; e al progetto teatrale: Miss Kilimangiaro in Kenya per “Avis for Children”. Collabora con diverse riviste culturali.

 

Massimo D’Arcangelo (Martina Franca, 1982), vive nella Riserva Naturale dell’Alto Merse, in Toscana. Redattore di Atelier Poesia. Ha pubblicato Intatto. Ecopoesia/ Intact. Ecopoetry (La Vita Felice, 2017), con Anne Elvey e Helen Moore; Voce del verso animale. Poesie antispeciste per ragazze e ragazzi (Pietre Vive, 2023), con Teodora Mastrototaro. Ha curato la prima edizione italiana in volume del racconto Stickeen. Storia di un cane, di John Muir (La Vita Felice, 2022). Suoi lavori sono reperibili online e su riviste nazionali e internazionali a tema ecologico.