Alexandra Censi è nata a Gyula, Ungheria, nel 1990, ma vive a Roma dove studia Lettere. Ha pubblicato La risata dei mostri per Nottetempo, nella collana narrativa.it curata e diretta da Chiara Valerio. È in uscita la sua prima raccolta di poesie Il cielo di Da Vinci (FusibiliaLibri) con una nota di Giorgio Ghiotti e la prefazione di Simone di Biasio.
Alexandra Censi
da Il cielo di Da Vinci
(inediti)
27. Racconto di un’onesta cattiveria.
Lei gli chiese di suo padre. Lei era fissata con i padri
della gente. E del suo aveva la banalità nel cuore,
ma talmente forte che banalità le ricordava
banana e nient’altro.
Lei gli disse: Dimmi di lui, della sua cattiveria,
è vero che alla mamma la picchiava forte
e sapeva di vodka ed entrava dalla finestra,
così come fanno i diavoli dei bambini?
Lui con un cucchiaino lunghissimo
uccideva un caffè freddo che era come un budino
e nessuno beveva
nessuno mangiava
tra di loro e fuori di loro un luglio di gente rimasta a Roma,
e una libreria alle spalle di lui
avrebbe chiuso quattro mesi dopo – aprì un cinese.
Lui parlò a lungo di suo padre
delle danze che gli negava
dei soldi che nessuno comunque aveva
e aveva, lui, degli occhi celesti ma senza il giro
del bulbo: piatti,
come tutti lassù.
Lei poi gli chiese: Ma tu mi picchieresti mai,
se fosse il giorno?
(E lei già sapeva che ci son giorni alla violenza
e al porno adatti, e che in quei giorni
la birra la si compra
dal fornaio insieme alle pizzette).
Lui ci pensò a lungo, e la bocca gli si spostava
nel viso
come nei quadri che nei secoli cambiano l’uomo.
Poi disse: Ti prego, non mettermi mai alla prova.
Suonò nell’aria l’onestà
degli amori mai finiti
degli amori mai iniziati.
37. Terza elementare, finestra sul cortile.
I sani e i malati si combattono da secoli.
La campana al collo potrebbe almeno
annunciarci.
E tu che sano perché innamorato
all’aeroporto di notte mi hai detto: Andiamo
e vediamo la gente che si aspetta
e cammina nervosa e sveglia
aspettando l’abbraccio.
Forse anche questo era malato, spiare
dell’amore gli altri, spiare la gente
che a Roma si arrangia,
dormendo per terra in tendaggi zingari.
Ma di Roma tu conosci l’arrangio
ed io ora potrei dirti: Lo senti, ‘sto flauto
stonato, che dalla scuola arriva in biblioteca
e ripete il Salmo nell’eternità di un’ora?
Non è forse questo lo scheletro del nostro
vagare, e non il chiedersi: Oh che fai, scendi?
Alexandra Censi è nata a Gyula, Ungheria, nel 1990, ma vive a Roma dove studia Lettere. Ha pubblicato La risata dei mostri per Nottetempo, nella collana narrativa.it curata e diretta da Chiara Valerio. È in uscita la sua prima raccolta di poesie Il cielo di Da Vinci (FusibiliaLibri) con una nota di Giorgio Ghiotti e la prefazione di Simone di Biasio.