Alessandro De Santis
Tre inediti
Tuo bene
Un giorno passerà
il tuo bene
nella mia bocca
In mezzo ai sassi,
sopra la pineta
dopo lo svincolo
A ripensare alle frasi
a tracciare i contorni
a chiarire niente.
Passerà solo un giorno
come incoronato,
dalla sua parte
per rimanere senza
[di me.
*
Piano verticale
Sull’orizzonte di legno
una torre Eiffel di sali colorati
e un opossum che dimentico sempre di salutare.
La ragazzina del piano di sopra
piove gocce di mercurio
dalla fronte, mentre suona canti
liturgici con l’insistenza del venditore
telefonico, della ghiaia rimestata.
Vorrebbe laccarlo di rosso
come un giorno di gioia
Morta la meccanica può
sentirsi fortunata, la musica di benvenuto è pur
spaventevole: accenti perfetti, semicrome a tempo,
una linea di mozza della casa
dell’imbecille guerra che diluisce la morte.
*
Tagliere
Il giorno come l’anno inizia
con una domanda, un appetito
Ha fame la dama
che si muove a ritroso
Ha fame il palmo della mano
di pietre, di aghi di pino e nervoso
picchiettare
Lo sterno inciso del povero
tssico, soglia dipinta
di un ritorno, a pesca
nelle pozze più profonde.
Fotografia di proprietà dell’autore