Alberto Toni
(inediti)
*
Indietro, all’origine,
che il desiderio è madre.
Scendo là dove accade,
che prima o poi accadrà.
Ma non potevo saperlo,
trovarti e non trovarti,
e là sostare con le mani
ai fianchi, la tristezza
della parola mancata.
Un destino compiuto
nell’esserci e volare,
trama di fine, arrivo,
la vita, accadimento,
alla tua porta invano
sollevo la tua mano.
*
Per scale ormai antiche, per quanto, per l’ora
che l’occhio gira intorno al mondo,
un sì del sibilo della Sibilla
nel tardo schiudersi del paesaggio.
Un che di luce che ritenta,
fa nel viso che resta,
la radice è nel pensiero
che nessuno tocca.
Tremo al pensiero,
all’ombra, ma ciò che fu
tra le pagine resta,
la bella vista,
in movimento.
Va bene così, ripiegato e noto
a chi vuol vedere e far suo,
per incondizionato ardore.
Un po’ come nel conto alla rovescia dei giorni mancanti,
tutte vigilie uniche, le carovane dei santi, il verde
alla finestra, stavo per dirlo, non manca mai,
con l’aria serale tornavo a casa,
tra fatti e misure. No, non si ferma
il primo ardore, ma è trappola costante nel suo spargere quel lieve
movimento che
fanno di notte
sulla mia testa stanchissima gli astri di un canto perduto.
*
Ho preso a parlare con l’ombra.
Da angolazioni diverse. Tieni, ritiri,
prima chiaro poi scuro,
all’apparire metto a fuoco
e misuro le parole per non perdere l’occasione propizia,
in piedi o seduto,
le mani tra le mani,
cammino e mi fermo
al primo segno d’albero,
crinale torrentizio e asfalto
su cui lentamente scivolo.
Fotografia dell’autore di Dino Ignani.