Adrienne Rich
da Tonight no Poetry will serve
(Norton, 2011 – l’ultima raccolta pubblicata in vita)
traduzione dall’inglese di Maria Luisa Vezzali
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Reading the Iliad (As If) for the First Time
Lurid, garish, gash
rended creature struggles to rise, to
run with dripping belly
Blood making everything more real
pounds in the spearthruster’s arm as in
the gunman’s neck the offhand
moment–Now!–before he
takes the bastards out
*
Splendor in black and ochre on a grecian urn
Beauty as truth
The sea as background
stricken with black long-oared ships
on shore chariots shields greaved muscled legs
horses rearing Beauty! flesh before gangrene
*
Mind-shifting gods rush back and forth Delusion
a daughter seized by the hair swung out
to bewilder men
Everything here is conflictual and is called
man’s fate
*
Ugly glory: open-eyed wounds
feed enormous flies
Hoofs slicken on bloodglaze
Horses turn away their heads
weeping equine tears
Beauty?
a wall with names of the fallen
from both sides passionate objectivity.
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Benjamin Revisited
The angel
…of history is
flown
now meet the janitor
…………….down
in the basement who
……..shirtless smoking
has the job of stoking
….the so-called past
…….into the so-called present
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Quarto
1.
Call me Sebastian, arrows sticking all over
The map of my battlefields. Marathon.
Wounded Knee. Vicksburg. Jericho.
Battle of the Overpass.
Victories turned inside out
But no surrender
Cemeteries of remorse
The beaten champion sobbing
Ghosts move in to shield his tears
2.
No one writes lyric on a battlefield
On a map stuck with arrows
But I think I can do it if I just lurk
In my tent pretending to
Refeather my arrows
I’ll be right there! I yell
When they come with their crossbows and white phosphorus
To recruit me
Crouching over my drafts
lest they find me out
and shoot me
3.
Press your cheek against my medals, listen through them to my heart
Doctor, can you see me if I’m naked?
Spent longer in this place than in the war
No one comes but rarely and I don’t know what for
Went to that desert as many did before
Farewell and believing and hope not to die
Hope not to die and what was the life
Did we think was awaiting after
Lay down your stethoscope back off on your skills
Doctor can you see me when I’m naked?
4.
I’ll tell you about the mermaid
Sheds swimmable tail?Gets legs for dancing
Sings like the sea with a choked throat
Knives straight up her spine
Lancing every step
There is a price
There is a price
For every gift
And all advice
..
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(traduzione dall’inglese di Maria Luisa Vezzali)
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Leggendo l’ Iliade (come) per la prima volta [1]
Violento, sgargiante, squarcio
una creatura dilaniata arranca per alzarsi, correre
con il ventre che cola
Il sangue rende tutto più reale
pulsa nel braccio armato d’asta come nel
collo del cecchino l’attimo
presente – Ora! – prima di
far fuori i bastardi
*
Splendore in nero e ocra su un’urna greca
Bellezza come verità
Il mare come sfondo
battuto da nere navi lunghi-remi
a riva carri scudi gambe muscolose dai buoni schinieri
cavalli che impennano Bellezza! carne prima della cancrena
*
Dei dalla mente cangiante corrono avanti e indietro Inganno [2]
una figlia afferrata per i capelli scagliata per confondere uomini
Tutto qui è conflitto ed è chiamato destino dell’uomo
*
Gloria orrenda: ferite spalancate
nutrono mosche enormi
Zoccoli sdrucciolano su smalto di sangue
I cavalli distolgono il capo
versando lacrime equine [3]
Bellezza?
un muro con i nomi dei caduti
da entrambe le parti appassionata imparzialità
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[1 Cfr. Simone Weil, L’ Iliade o il poema della forza (traduzione di Francesca Rubini, a cura di Alessandro di Grazia, Asterios, Trieste 2012), p. 39: «Chi aveva sognato che, grazie al progresso, la forza appartenesse ormai al passato, ha potuto scorgere in questo poema solo un documento; chi invece, oggi come allora, individua nella forza il centro di ogni storia umana, trova qui il più bello, il più puro degli specchi.»
[2 Cfr. Iliade, XIX 91-130: «Ate è la figlia maggiore di Zeus, che tutti fa errare, / funesta; essa ha piedi molli; perciò non sul suolo / si muove, ma tra le teste degli uomini avanza, / danneggiando gli umani: un dopo l’altro li impania… pena acuta colpì Zeus nel petto profondo, / e subito afferrò Ate, che tutti fa errare: / dicendo questo la scagliò giù dal cielo stellato, / roteandola con la mano; e giunse subito nei campi degli uomini» (versione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 1950).
[3 Cfr. Iliade, XVII 426-440: «Ma i cavalli d’Achille fuori della battaglia / piangevano, da che avevano visto l’auriga / caduto nella polvere sotto Ettore massacratore… così restavano immobili, col carro bellissimo, / in terra appoggiando le teste; e lacrime calde / cadevano loro giù dalle palpebre, scorrevano in terra; piangevano, / nel desiderio del loro auriga; e si sporcavano la ricca criniera / cadendo dal soggolo, di qua e di là lungo il giogo» (versione di Rosa Calzecchi Onesti, cit.).
[N.d.A.]
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Benjamin rivisitato
L’angelo
…della storia è
volato via
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ora incontra l’usciere
…….giù
nel seminterrato che
………….a petto nudo fuma
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ha il compito di attizzare
…il cosiddetto passato
……nel cosiddetto presente
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In quarto
1.
Chiamatemi Sebastiano, frecce piantate su tutta
la mappa dei miei campi di battaglia. Maratona.
Wounded Knee. Vicksbug. Gerico.
Battaglia dell’Overpass.
Vittorie rivoltate
Ma nessuna resa
Cimiteri di rimorso
Il campione sconfitto singhiozza
Spettri accorrono per nascondergli le lacrime
2.
Nessuno scrive liriche su un campo di battaglia
Su una mappa trapunta di frecce
Ma io credo di potere se solo striscio
Nella mia tenda fingendo di
Ripiumare le mie frecce
Vengo subito! grido
Quando arrivano con balestre e fosforo bianco
Ad arruolarmi
Rannicchiata sui miei abbozzi
Per paura che mi scoprano
E mi sparino
3.
Appoggi la guancia sulle mie medaglie, attraverso ascolti il mio cuore
Dottore, riesce a vedermi se sono nudo?
Ho trascorso più tempo qui che al fronte
Nessuno viene se non di rado e non so nemmeno per cosa
Ho raggiunto quel deserto come molti prima
Addii e fede e speranza di non morire
Speranza di non morire e cosa era la vita
Che pensavamo ci aspettasse dopo
Posi lo stetoscopio rispolveri le sue abilità
Dottore riesce a vedermi quando sono nudo?
4.
Vi racconterò della sirena
Che muta la coda da pesce Prende gambe per danzare
Canta come il mare con la gola strozzata
Lame piantate nella schiena
Ferite a ogni passo
C’è un prezzo
C’è un prezzo
Per ogni dono
E tutti i consigli
Maria Luisa Vezzali (Bologna 1964), docente di Materie letterarie nella scuola superiore, è traduttrice di Adrienne Rich (Cartografie del silenzio, Milano, Crocetti 2000, e La guida nel labirinto, Ibid., 2011; premio per la traduzione dell’Università di Bologna) e Lorand Gaspar (Conoscenza della luce, Roma, Donzelli 2006). Ha curato l’edizione di Saint-John Perse, Anabasi (Raffaelli 2011). In poesia ha pubblicato L’altra eternità (Edizioni del Laboratorio 1987), Eleusi marina (in Terzo quaderno italiano a cura di Franco Buffoni, Guerini e Associati 1992), dieci nell’uno (Eidos 2004, disegni e sculture di Mirta Carroli), lineamadre (Donzelli 2007, premio Anterem/Montano), Forme implicite (Allemandi 2011, con gioielli e disegni di Mirta Carroli). Suoi testi sono tradotti in inglese, spagnolo, francese, tedesco e svedese. E’ comparsa in numerose riviste e antologie.