Ayshe Rubeva (1974) è nata a città di Stara Zagora, in Bulgaria. Si è laureata in storia e lettere all’Università Statale di Shumen. E’ autrice di sceneggiature cinematografiche e racconti ma dando sempre precedenza alla poesia che scrive sia in bulgaro che in turco. Il ciclo poetico Speaking Mustafa -e scritto in turco- è parte del suo primo libro bulgaro con testo turco a fronte ????? ??? ?? ?????? / Bir gün uçaca??m (Un giorno comincerò a volare; Sofia, Scalino, 2015) e appare per la prima volta in traduzione italiana.
Ayshe Rubeva
Mustafa konu?uyor/ Parla Mustafa
traduzione dal turco di Nicola Verderame
*
bu ac?y? derinden tan?r?m
bu so?uk ?ehrin sisleri aras?nda
etraf?mda ku? misali dolan?r
nehrin kokusunu a?ar
çok gözlü
çok yüzlü
çok sesli
çok elli
ben mi onsuz olam?yorum
yoksa o mu benden besleniyor
semay? görüyorum gece rüyamda
uçsuz bucaks?z mavi
gündüzleri bat?yorum
karanl?k derin uçurumlara
ne ölüyorum ne de hayattay?m
conosco nel profondo questo dolore
fra le nebbie di questa fredda città
specie diverse di uccelli si addensano
sale l’odore del fiume
con molti occhi
molti visi
molte voci
molte mani
sono io a non poterne fare a meno
o è il fiume a nutrirsi di me?
di notte sogno il cielo
limpido e sconfinato
di giorno affondo
in precipizi scuri
non sono morto né sono in vita
*
ya?murun alt?nda
kendimi bulmak için yönler çiziyorum
Londra sokaklar?nda
do?ru e?ri
kö?eli kö?esiz
soru ve ünlem
i?aretleriyle dolu
k?sa karanl?k ayd?nl?k
kuzey ve güney
per ritrovarmi
sotto la pioggia
traccio delle linee
fra le strade di Londra
dritte o piegate
spigolose o curve
piene di punti
esclamativi o di domanda
brevi oscurità, luci
nord e sud
*
benim için henüz yeni olan
bu çoksesli
multietnik ?ehirde
nehrin uysal melodisi ile
gözlerini
saçlar?n? sesini
ellerini hislerini hayal ettim
seninle kendimi dü?ündüm
umutsuzdum
sevmek isterdim
sorusuz
ve cevaps?z
sevgi ile
gece ve gündüz
?imdi hayal ettiklerimi
hat?rlamay?
seviyorum
in questa città
ancora sconosciuta
multietnica
con la melodia placida del fiume
ho visto in sogno i suoi occhi,
i suoi capelli
la sua voce
ho pensato a me stesso con lei
non speravo più
volevo amare senza domande
né risposte
notte e giorno
con affetto
ora mi piace ricordare
i miei sogni
*
?imdi sadece
Tower Bridge’de
bir sokak lambas?n?n
benim için yanmas?n? istiyorum
alt?nda bir bank olsun
otural?m
köprü bize f?s?ldas?n
sis bizi kucaklas?n
ya?mur bizi öpsün
o zaman belki de
ben ve yolda??m
YALNIZLIK
ba?arabiliriz –
dünyay? anlamay?
ora vorrei solo
che la luce di un lampione
si accendesse per me a Tower Bridge
e subito sotto
una panchina
per sedersi ad ascoltare
il sussurro del fiume
ci abbracci la nebbia
e la pioggia ci baci
e forse allora
io e la mia compagna di viaggio
SOLITUDINE
riusciremo
a comprendere il mondo
Fotografia di proprietà dell’autrice.
Nicola Verderame (1984) è Doctoral Fellow presso la Berlin Graduate School Muslim Cultures and Societies, dove conduce una ricerca sull’architettura ottomana. Vive tra Berlino e Istanbul.Traduce principalmente poesia contemporanea turca in italiano. Collabora con la rivista turca “Nota del Traduttore” (“Çevirmenin Notu”) e gestisce il blog “Defter – Poesia turca contemporaneaturca contemporanea” dedicato ai poeti viventi che si esprimono in turco.Per Atelier ha tradotto poesie del più importante poeta turco vivente, Tu?rul Tanyol e del poeta turco/cipriota Mehmet Yashin.