Francis Catalano – Sedici aprili

catalanoFrancis Catalano, nato a Montréal nel 1961, ha studiato all’Università del Québec ed è stato borsista del  Ministero degli Affari Esteri all’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato sette libri di poesia, tra cui Romamor (1999), Panoptikon (2005), Au coeur des esquisses (2014) e Qu’une lueur des lieux (2010, Prix Québecor del 26è Festival international de la poésie de Trois-Rivières, finalista al premio del Gouverneur général du Canada). Le sue poesie sono comparse in traduzione nei libri Where spaces glow (Toronto, 2013), Lo global y lo invisible (Guadalajara, 2015) e La fatiga de las estrellas (Lima, 2015). Ha pubblicato anche il racconto On achève parfois ses romans en Italie (2012), sul periodo del suo soggiorno a Roma come borsista, che è stato oggetto di una lettura scenica da parte di Alice Ronfard alla Grande Bibliothèque e agli Archives nationales du Québec nel 2013. Traduttore di poesia, Francis Catalano ha curato l’edizione francese di Le vase brisé (2000) e di Instructions pour la lecture d’un journal (Prix John Glassco 2006) di Valerio Magrelli, e di Yellow (2010) di Antonio Porta. Membro del comitato di redazione della rivista Exit, ha messo a punto antologie di poesia italiana, catalana e peruviana. Nel sito tedesco Lyrikline.org ha pubbicato traduzioni di importanti poeti italiani, tra cui Mario Luzi, Eduardo Sanguineti, Andrea Zanzotto, Nanni Balestrini.

Francis Catalano
(inediti)
traduzioni dal francese di Giuliano Ladolfi

Nell’incontro di questi due testi, “Costernazione” e “Ganci”, accostati in questo libro, si uniscono le personalità dei miei genitori che hanno lasciato questo mondo. Pertanto la genesi delle poesie è la stessa. Differisce soltanto il periodo della scrittura: il primo testo, infatti, risale alla fine del 1997, il secondo alla primavera del 2013.

Mia madre è nata il 12 aprile. Mio padre è morto il 12 aprile. Incisa nel blocco di granito nero al posto della tomba di famiglia, nella parentesi sotto il loro nome, la data evoca l’eterno ritorno, l’entrata e l’uscita di uno shock iniziale. Quando le persone vengono a pregare, di volta in volta, sulla stele, questa realtà diventa lampante: il ciclo è davvero completo. Questo, grazie al 12 aprile. Quando lei entrava, lui è uscito. È scritto su una gettata di sabbia.

I due testi Sedici aprili condividono il fatto che sono venuti alla luce – e che anche l’hanno lasciata – nel lampo di una parola, nel suo urgere, nel dolore e nell’impotenza di fronte destino. Entrambi, l’uno nato a causa della perdita sconcertante della madre e l’altro imposto con la forma simbolica del gancio, sono stati in primo luogo sperimentati con una tale intensa esperienza di scrittura, quasi laboratorio, quasi esplorazione universale delle questioni dell’aldilà e della materia linguistica. Un’esperienza-limite, direi. Si è discusso di una scrittura al ritorno dalla morte, ma il risultato non sarebbe stato affatto differente.

Brevi testi composti di getto, maturati in una stanza d’ospedale mentre ero al capezzale dei miei genitori e mentre essi erano in fin di vita. Il mio pio desiderio di essere utile in questo ultimo accompagnamento si è rivoltato come un guanto nel desiderio stesso di scrittura. Non è forse ciò che chiamiamo “invaginazione”? Ora, in quello spazio chiuso dall’odore di etere, dai toni oscuri, dal tichettìo della flebo, non ho fatto altro che tornare in me e accucciarmi nella sua cavità, cioè invaginarmi.

                                                                                                                                                     Montreal, 21 dicembre 2015

Da « M’atterres »
Da “Costernazione “

CATALANO 01Le temps peine à passer
À l’intérieur du corps
Comme au dehors
L’âge renaît mais n’est plus
Qu’un caillot tournoyant
Dans une seconde
Qu’un caillou dans une sonde.

      Il tempo fatica a passare
      All’interno del corpo
      Come all’esterno
      L’età rinasce, ma altro non è
      Che un vorticoso coagulo
      dentro un secondo
      che un sasso in una sonda.

*
CATALANO 06
Chaque tube depuis le trou
Dans la peau
Jusqu’au soluté
Maintient ton organisme à flot.
Tout cela sent l’air
Qu’il y a dans un ballon
Et la main tient bon
Crispée autour du fil
Qui rattache au sol.
Comme tu m’atterres mère.

      Ogni tubo dopo il foro
      Nella pelle
      Fino al limite della sacca
      Mantiene il tuo corpo in vita.
      Tutto questo sa dell’aria
      Contenuta nel pallone
      E la mano è stretta in un pugno
      Serrata attorno al filo
      Che collega al terreno.
      Come tu mi sbatti a terra, madre.

Da « Patères »
Da “Ganci”
CATALANO 02
Que peuvent encore les mots
Contre les maux
L’effet d’un baume?
Il parle ton cœur
Une langue simple
Tes signes vitaux papillotants
Diffusés sur un moniteur,
Courbe des températures
Droite, seule et sèche
Ligne des deuils
Du doute.

      Qual potere mai hanno le parole
      Contro i mali?
      L’effetto di un balsamo?
      Parla il tuo cuore
      Un linguaggio semplice
      I tuoi segni vitali tremolano
      diffusi su un monitor,
      nella curva delle temperature
      A destra, sola e scarna
      La linea della sofferenza
      Del dubbio.

*
CATALANO 07
Ma conscience c’est champ dévasté
C’est arrachis c’est brûlis
Et tu bêches dedans, à vide
Tu fauches dans une explosion
De fécules invisibles,
Je pousse d’en dessous
Attiré par un soleil sombre
Parmi les herbes folles.
Sans équilibre tu travailles
Dans mon champ nu
L’iris disproportionné
Je t’englobe, te prends, t’embrasse
Alors que tu soulèves sans arrêt
La terre au rythme du cœur,
De ses basses pressions
Tu remues les embryons asphyxiés
Enroulés deux fois à leurs racines
Étouffés par leur cordon,
Tu laboures la terre
La terre qui te veut,
Qui te veut.

       La mia coscienza è un campo devastato
       È annientato sta bruciando
       E tu ci vanghi dentro, a vuoto
       Tu ci falci in un’esplosione
       Di particelle invisibili,
       Io spingo dal basso
       Attratto da un sole scuro
       Tra le erbacce.
       Tu lavori senza equilibrio
       Nel mio campo brullo
       Con l’iride alterata
       Io ti includo, ti catturo, ti abbraccio
       Mentre continui a sollevare
       La terra al ritmo del cuore,
       Delle sue basse pressioni
       Tu riesumi gli embrioni asfissiati
       Doppiamente avvolti nelle loro radici
       Soffocati dal loro cordone,
       Tu lavori la terra
       Quella terra che ti vuole,
       Che ti vuole.


Francis Catalano, nato a Montréal nel 1961, ha studiato all’Università del Québec ed è stato borsista del  Ministero degli Affari Esteri all’Università La Sapienza di Roma. Ha pubblicato sette libri di poesia, tra cui Romamor (1999), Panoptikon (2005), Au coeur des esquisses (2014) e Qu’une lueur des lieux (2010, Prix Québecor del 26è Festival international de la poésie de Trois-Rivières, finalista al premio del Gouverneur général du Canada). Le sue poesie sono comparse in traduzione nei libri Where spaces glow (Toronto, 2013), Lo global y lo invisible (Guadalajara, 2015) e La fatiga de las estrellas (Lima, 2015). Ha pubblicato anche il racconto On achève parfois ses romans en Italie (2012), sul periodo del suo soggiorno a Roma come borsista, che è stato oggetto di una lettura scenica da parte di Alice Ronfard alla Grande Bibliothèque e agli Archives nationales du Québec nel 2013. Traduttore di poesia, Francis Catalano ha curato l’edizione francese di Le vase brisé (2000) e di Instructions pour la lecture d’un journal (Prix John Glassco 2006) di Valerio Magrelli, e di Yellow (2010) di Antonio Porta. Membro del comitato di redazione della rivista Exit, ha messo a punto antologie di poesia italiana, catalana e peruviana. Nel sito tedesco Lyrikline.org ha pubbicato traduzioni di importanti poeti italiani, tra cui Mario Luzi, Eduardo Sanguineti, Andrea Zanzotto, Nanni Balestrini.

Fotografia e biografia tratte dal sito da>verso

Giuliano Ladolfi (1949) ha fondato e dirige l’omonima casa editrice e la rivista di poesia, critica e letteratura «Atelier». Tra le pubblicazioni poetiche ricordiamo Attestato (2005) e tra i saggi Per un’interpretazione del Decadentismo (2000), Per un nuovo Umanesimo letterario (2009) e La poesia del Novecento: dalla fuga alla ricerca della realtà in 5 volumi (2015). Traduce dal francese.