Stella N’Djoku nasce il 27 giugno 1993 a Locarno (Svizzera), da madre svizzera di origini italiane e padre svizzero-congolese ed è Storica della Filosofia (BA) e Filosofa delle religioni (MA). Attualmente lavora all’Università della Svizzera italiana, come insegnante di scuola media e collabora con alcune testate giornalistiche, webradio e eventi culturali.
Il tempo di una cometa (Ensemble, 2019) è la sua prima raccolta di poesie. Alcune di queste, insieme ad alcuni inediti, sono state pubblicate nell’antologia di Ladolfi Abitare la parola – Poeti nati negli anni Novanta. Nel 2020 è presente in Dal sottovuoto. Poesie assetate d’aria, edita da Samuele Editore. Suoi testi sono tradotti in inglese e spagnolo.
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Cadono come mosche. Tutti.
Giovani, conoscenze degli ultimi vent’anni, altri,
che si portano via un pezzetto di luce.
Doveva arrivare così questo autunno
questo ottobre che di nuovo avanza
caldo e freddo e che mormora
tra un sole che cuoce e un vento
che oggi tace.
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La città si allaga mentre guardo i piedi alle persone
i tatuaggi scomposti come @Ilaria
e altre date illeggibili. Dicono che questa pioggia
sia dovuta al cambiamento climatico,
tutta questa pioggia che non è possibile
chiamare al singolare. Cerco di accoglierla
come una benedizione, ma sono tempi bui.
Bui decisamente. Nostalgici e precari. Simili
alle uova che lei porta sottobraccio.
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Sembrava semplice toccarci.
Sentire in modo così primitivo il mondo,
l’essenza delle cose che finiscono.
Cerco un rapporto con i fogli e con la penna,
senza sentirne il battito, l’accordarsi del respiro.
Lo fanno anche i bambini – offrire
la loro voce ai discorsi degli anziani, per non perdere un contatto.
Oggi lo stabilisco sul mio calendario
ogni giorno è da celebrare, non solo ogni anno.
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Foto di proprietà di Marta Panzeri