Alfredo Moroncelli, inediti
Anabasi
Nella foto scattata a Pinerolo
alla scuola di cavalleria
tenevi il martello sul braccio alzato
mentre forgiavi un ferro di cavallo-
era l’anabasi sulla credenza di casa.
Ritornavi
ritornavi ogni mattina con i chiodi,
e io ci fissavo i miei giorni
di latte bollito
un vulcano di lava bianca
promesso al sacrificio dei fornelli.
Scrivo la mia anabasi
su questo foglio di latte
rappreso al fornello
ma non ho parole di scorta
da portare al sacrificio-
porto solo i ferri di cavallo
scritti sul foglio.
***
Un ricordo nella decussata
clessidra del tempo
già nel bivio dell’alba
come un naufrago sulla costa albanese.
Riporto
la madonna scutarina,
la prudenza che cammina sull’ acqua
riporto riporto:
il mio cuore è nato in Albania
partorito da due donne sole.
Nonna Maria erano due
perché d’ estate veniva
Suor Rosa del preziosissimo sangue
di Gesù, era la sorella nera
che portava un altro cuore sul collo.
Era quello di ricambio
necessario.
***
La penna stilografica ha succhiato
tutto il nero della notte-
scorre il Tevere d’inchiostro
e inonda il corobate di parole
che scendono fino a Ponte Milvio.
Parole livellate
umori notturni stemperati
sogni allo stato liquido-
la dialettica delle cose un flusso