Federico Preziosi – Variazione madre, nota di lettura di Floriana Coppola
Variazione Madre di Federico Preziosi (Lepisma Floema 2019)
Recensione di Floriana Coppola
In questa seconda opera Federico Preziosi già nel titolo indica una precisa direzione di ricerca: la dimensione femminile, essere madre e donna. La dichiarazione di ringraziamento iniziale alle madri della sua vita si pone come indizio di apertura. Non la madre ma le madri, in un pluralismo genealogico culturale che comprende tutti gli incontri che un uomo può fare con l’universo femminile, incontri di senso e di significato. Tale affermazione detta oggi da un giovane uomo è sicuramente un segno importante, perché in una visione ancora cripto/patriarcale, dove ogni uomo si considera erede politico e sociale dei padri, Federico annuncia la sua provenienza: io provengo dalle madri e sono loro che mi hanno dato il permesso di vivere e di scrivere. Inizia così nella sua silloge il processo maieutico di immedesimazione poetica e esistenziale nel femminile.
Io sacra io profana io succube io devastata/ Io detergo dei desideri un pezzo:/ la varichina bagna spiagge dove essere/ naufraga nella purezza della resa. Io lurida io sporca come la prima sera/ che da sotto la sottana morde e nega.
A partire dal corpo, scavando a piene mani nel materiale epico e teologico, inizia il suo viaggio di mutazione. Nessun tentativo di adorazione petrarchesca della donna come oggetto del desiderio vissuto come altro da sé ma la ricerca tormentata e inquieta del femminile dentro il proprio mondo emotivo, affettivo e culturale. Empatia e passione trasformativa sono i principi che ispirano Federico Preziosi. Jung afferma la presenza archetipica di animus e anima in ogni psiche. Maschile e femminile sono due poli interiori che cercano continuamente il loro equilibrio. La storia di genere ha diviso drammaticamente tale binomio, che nella realtà psicologica vive una profonda sinergia. Cercare per un uomo il suo femminile, cercare per una donna il suo maschile è nella conversazione psicoanalitica un obiettivo evolutivo fondante.
Sono nuda – Sono nuda/ e tu cosa hai fatto? della disfatta, tu/ con la tua voce, che mi vibra in collo/ rinnegando il tarlo in quanto perso, in quanto masso:/ come puoi restar leggera ad occhi spalancati?
Preziosi si incammina in questa foresta di simboli, cercando i suoni e le immagini sepolte nella sua immaginazione, seguendo un flusso di coscienza, quasi una scrittura automatica che getta sul foglio bianco un marasma irrisolto di emozioni e di sentimenti che si mescolano alle maschere archetipiche del femmineo. Si possono avvertire, leggendo di seguito i testi della silloge, un coro di voci antiche, un sussurro disperato e dolente di anime femminili incistate nei versi, Penelope e Didone, Marta e Maria, Nausicaa e Circe. Un corteo di anime che cerca udienza e riparo, cerca conforto e consolazione, offrendo un dolore sordo e aspro che macchia ogni immaginazione. Un camminare sul confine incerto e ambiguo tra maschile e femminile, attraversando il doloroso continente del corpo materno che si spacca e si divide per partorire e dare la vita. Preziosi non esegue l’esaltazione della maternità ma esplora il corpo femminile e materno, iperdettaglia le sensazioni e le percezioni per una trasformazione mimetica che possa ampliare la sua conoscenza dell’umano, secondo una accezione altra. Affronta così la lezione del doppio, sperimenta l’unione degli opposti, mastica un linguaggio di trasformazione e di purificazione. Esperienza indotta, immaginata e fantastica del parto e del coito vissuti come mito dell’origine del mondo e della terra. Epos dell’accogliere e del ricevere. Sinfonia della parola che vuole dare voce al corpo della donna e allo strazio della carne. Preziosi sperimenta un linguaggio poetico pienissimo di metafore e di allitterazioni, creando in alcuni casi anche un effetto onomatopeico che si stacca dal mero significato del verso per raggiungere una musicalità ancestrale. Supera il codice del poetryslam, generando frammenti sofisticati e densi oltre misura. Ogni ridondanza formale viene contenuta dalla brevità del testo che si accende e si spegne, dando al lettore la possibilità di proseguire il viaggio. In un panorama devastato, dove ancora il numero dei femminicidi in Italia è alto e preoccupante, questa operazione letteraria assume anche un valore sociale e politico. Senza l’impegno del singolo di raggiungere con l’empatia il mondo dell’altro/altra, non può esserci rispetto, liberazione e quindi redenzione. Convinta di ulteriori sperimentazioni in attesa, auguro al poeta irpino di continuare il suo viaggio di individuazione poetica e esistenziale.
Iniziare a digitare per vedere i risultati o premere ESC per chiudere