Giacomo Picchi
Tre inediti
Domani
Ogni emersione alla mattina
è candida la voce del telefono
ora vibra – ripeti sveglia.
Chi sarò oggi? L’armadio
è l’unico mio patrimonio.
Le camicie mancate scelte.
Lento, lento sarà il caffè che sale
è già il momento di procrastinare.
Che dolcezza il sapore
del domani fino a ieri.
*
Vuoto innaturale
Tra oggetti esposti al silenzio si sentono
fendenti nel vuoto innaturale.
Dentro al mio vuoto rimane il petto
dove ossimori battono e sgorgano
dalle vene fino alle venature
spando fame grattata a proteggere dolori
da cotture troppo violente.
La finestra segna addosso l’idea
che un mondo sia una stanza diffusa.
Il vetro regala trasparenza come fossi tigre
in mostra alla vista di un Nessuno
che sul terrazzo mi guarda e somiglia
al riflesso di me stesso.
*
Immobile
L’aria è mare per l’immobile
pinna di foglie occhio di ramo.
Sono narici le nostre radici
credevi fossero scaltre le mosse
solo per una frequenza diversa?
Magari avessi ballato nel vento
con i due piedi affossati alla terra…
Fotografia di proprietà dell’autore