I “Quaderni di Prato Pagano” saranno l’argomento della relazione di Damiano Sinfonico.
I “Quaderni di Prato pagano”, quattro volumetti pubblicati tra il 1985 e il 1988 per le edizioni Abete-Il Melograno, come allegati della rivista “Prato pagano”, sono l’espressione di punta di un’effervescente e in quel periodo sorprendente vitalità creativa di alcuni giovani autori ai loro esordi a Roma. Quattro libretti dalla grafica semplice ed elegante per quattro autori esordienti: Beppe Salvia, Gabriella Sica, Claudio Damiani e Giacomo F. Rech
Nella foto in basso (l’unica esistente) Beppe Salvia, Claudio Damiani, Giacomo F. Rech in una riunione per Prato pagano in vicolo del Bologna, a casa di Gabriella Sica che ha scattato la foto.
Quaderni di Prato pagano
da Estate di Elisa Sansovino, a cura di Beppe Salvia, “Quaderno di Prato pagano”, Estate-Autunno 1985, n. 2
da Gabriella Sica, La famosa vita, “Quaderno di Prato pagano”, Inverno 1985, n. 3
da Claudio Damiani, La famosa vita, con due disegni di Beate von Essen, “Quaderno di Prato pagano”, Dicembre 1987, n. 1, Nuova serie
da Giacomo F. Rech, Firmamento, “Quaderno di Prato pagano”, 1988
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Beppe Salvia
non sempre i pesci d’ombra argentei lari
son conosciuti per i bei colori
arguti e malinconici i futuri
han disprezzo di niente e per orgoglio
d’essere i vivi nel sole
vogliono e nascosti flettere luci
diffondere illuminarsi d’oro,
quando in curve di scoglio
e quando grigi guizzi e un punto d’oro,
non sempre i pesci d’ombra argentei lari.
Gabriella Sica
Il fulmine
Alle nuvole assomigliano le donne
come le acque delle maree lente vanno
e tornano sui tempi fissi della luna.
Minacciosi come fulmini gli uomini
rimbombano nel mondo irati e stolti
simili al tuono prima della guerra.
Vorresti forse adesso fulminarmi?
Claudio Damiani
Tu hai tenuto con te il piccolo gatto
nero, dei dolci giochi hai intrattenuto
con lui, l’hai alzato, l’hai stretto sul grembo
anche. Gli hai dato dei baci sugli occhi
e sulle mani, l’hai stretto vicino
tanto a te, ora dimmi: perché
lo lasci? Lutolo mugula solo
nel piccolo orto solingo…
(E già il giardino le foglie ricoprono,
già lento scende dai gelidi monti
l’Autunno triste col querulo flauto).
Giacomo F. Rech
Diana non sogna come noi, lei vive
Proiettata nel freddo del futuro.
Normalmente non parla
Di quelle cose di cui parlo io:
Diana si muove in proiezione astrale
e la sfera celeste come un bosco
divelto raccoglie i pensieri dell’idolo mio.