Martha Serpas
Testi da “Come ce ne fosse uno soltanto” (collana gialla Pordenonelegge-Lietocolle, 2018)
Traduzioni di Pietro Federico
*
The wather
In the morning the water waits like a deckhand,
a persistent curl against the shore,
who won’t back down, take no or be denied.
It is there under the wharf and soon under
the house, whoring with any swamp rat
or snake. It rings cypress knees with pearls—
it dreams under the sun like cut cane,
throwing back the salt you wash away,
then wearing pilings down to air.
Your houses wade on stilts tall as pillars,
their sheet metal skulls bared to a mildewed
sky. Against the fallen trees rain and lapping
tide meet, slapping of nets and fish and
naked children pulling driftwood boats
in one joyful noise around your sleep.
In the afternoon the water is there, only more,
browner and grayer, no sweeping seaweed or foam,
just its presence farther up your shore,
like a dull brother-in-law in front of TV.
He means something to somebody—
but not you, not just now. Its slow wake seems
harmless, the litany of waves before a storm
rolling benignly ashore. Intoxicating!
And then it is there, all gray length of it,
rich sex of it, it wants you so badly,
it pounds at the door, let me take
your smallness, your jetties, your broad
coasts, your loam. It gathers
at night beyond the curtain of mosquitoes,
darker than the shut-down sky,
the boarded-up clouds. Its desire
thrums like an idling outboard. Ignore
it and it tows itself into your dreams. It’s
everywhere, every chance, all the time.
It is more certain than death or love.
It must have been conceived by death and love.
When the last silt sinks under your feet,
you will have to walk out on this water.
L’acqua
Nel mattino l’acqua è come un mozzo
un increparsi che insiste contro la riva.
che non cederà terreno, né accetterà un no come risposta.
E’ lì sotto il pontile e presto sarà sotto
la casa, facendosela con ogni topo di palude
o serpe che le capiti. Allaccia collane di perle alle ginocchia
dei cipressi – sogna sotto il sole come canna tagliata,
rigettando in spiaggia il sale che la lavi via,
vaporizzando piano i piloni di calcestruzzo.
I pali delle vostre palafitte come pilastri di templi a guadare l’acqua,
i loro teschi di metallo esposti a un cielo
ammuffito. La pioggia e la marea sciabordante si incontrano
sui corpi degli alberi caduti,uno schiaffeggiare di reti, pesci
e bambini nudi che tirano zattere,
si circonfonde gioioso al tuo sonno.
Nel pomeriggio l’acqua è ancora là, solo di più,
più marrone e più grigia, non porta con sé schiuma o alghe,
solo la sua presenza che avanza nel tuo entroterra,
come un cognato rimbambito davanti alla TV.
Conta qualcosa per qualcuno –
ma non per te, almeno finora. La sua lenta veglia
sembra innocua, la litania delle onde prima di una tempesta
rotolanti a riva con fare giocoso. Inebriante!
E poi è lì, girgia in tutta la sua ampiezza,
sessosenza compromessi, ti vuole a tutti i costi,
martella la porta, lasciami
la tua piccolezza, i tuoi modi, la vastità
delle tue coste, la tua terra limacciosa. Si raduna
al di là del sipario di zanzare,
più scura del cielo evaquato di stelle
e come nubi come assi inchiodate alle finestre.
Il suo desiderio ronza come un fuoribordo lasciato al minimo.
Ignorala
e ti si trascina dentro i sogni. E’
dappertutto, in ogni caso, sempre.
Più certa di morte e amore.
Deve esser stata concepita da morte e amore.
Quando l’ultima parte di limo cederà sotto i tuoi piedi,
dovrai uscire camminando su quest’acqua.
*
As if there were only one
In the morning God pulled me onto the porch,
a rain-washed gray and brilliant shore.
I sat in my orange pajamas and waited.
God said, “look at the tree.” And I did.
Its leaves were newly yellow and green,
slick and bright, and so alive it hurt
to take the colors in. My pupils grew
hungry and wide against my will.
God said, “listen to the tree.”
And i did. it said, “live!”
And it opened itself wider, not with desire,
but the way i imagine a surgeon spreads
the ribs of a patient in distress and rubs
her paralyzed heart, only this tree parted
its own limbs toward the sky – i was the light in that sky.
I reached in to the thick, sweet core
and i lifted it to my mouth and held it there
for a long time until i tasted the word
tree (because i had forgotten its name).
Then I said my own name twice softly.
Augustine said, God loves each one of us as if
there were only one of us, but i hadn’t believed him.
And God put me down on the steps with my coffee
and my cigarettes. And, although I still
could not eat nor sleep, that evening
and that morning were my first day back.
Come ce ne fosse uno soltanto
Quel mattino Dio mi trascinò sulla veranda.,
grigia brillante lavata dalla pioggia, una sponda.
Con addosso il mio pigiama arancione mi sedetti e aspettai.
Dio disse, “Guarda l’albero”. E così feci.
Le sue foglie erano di un giallo e verde dipinto di fresco,
vivide e luminosi, così vive da far male
a farle affondare nello sguardo. Le mie pupille
e la loro fame si dilatarono contro la mia volontà.
Dio disse, “Ascolta l’albero.”
E così feci. E l’albero disse “Vivi!”
E anch’esso si dilatò, non con desiderio,
ma come immagino faccia un chirurgo per allargare
lo spazio tra le costole di un parente in pericolo
per sfregare il suo cuore paralizzato, solo che l’albero
dilatava il suo di corpo verso il cielo – E io era la luce in quel cielo.
Mi tesi dentro il basso verso il suo midollo spesso e dolce
e lo portai alla bocca, e lo tenni lì
a lungo fino a che non assaporai la parola
albero (perché ne avevo dimenticato il nome)
Poi dissi il mio di nome, due volte, piano.
Agostino diceva, Dio ama ognuno di noi come
ce ne fosse uno soltanto, ma non ci avevo mai creduto.
E Dio mi depose sui gradini con il mio caffé
e le mie sigarette. E, anche se ancora
non riuscii a mangiare o a dormire, quella sera
e quella mattina furono il primo giorno del mio ritorno.
Fotografia di proprietà dell’autrice.