Javier Lostalé – Tre inediti (Traduzione di Marcela Filippi Plaza)

Javier LostalèJavier Lostalé, è nato a Madrid il 16 luglio 1942. Poeta, giornalista e critico letterario. Durante trentasei anni ha lavorato a Radio Nazionale, dove ha dedicato la maggior parte dei suoi sforzi allo sviluppo della lettura, che gli è valso il Premio nazionale per la promozione della lettura attraverso i media. E’ autore di otto libri di poesie: Jimmy, Jimmy, Figura en el Paseo Marítimo, La rosa inclinada, Hondo es el resplandor, La estación azul (poemas en prosa), che ha vinto il premio Francisco de Quevedo, Tormenta transparente , El pulso de las nubes y Cielo pubblicato quest’anno dalla Fondazione José Manuel Lara nella collana Vandalia. La sua poesia scritta tra il 1976 e il 2001 è stata raccolta da Calambur nel 2002 con il titolo: La rosa inclinada, e una selezione della sua opera è stata raccolta in due antologie: Rosa y tormenta e Azul relente. Come curatore ha preparato l’Antologia del mare e della notte di Vicente Aleixandre. Edad presente. Poesia cordovana per il 21 ° secolo e Árbol desnudo, poesia di José Cereijo. È anche l’autore del libro Quien lee vive más. Svolge abitualmente critica letteraria nelle riviste Mercurio e Turia.

Marcela Filippi Plaza (1968) è una traduttrice cilena che vive in Italia. Ideatrice del progetto delle antologie bilingue Buena Letra 1 (2012) e Buena Letra 2 (2014) di scrittori ibero-americani tradotti per la prima volta in italiano, e della collana bilingue Fascinoso Verbum, che nei primi tre volumi comprende il poeta e critico letterario italiano Domenico Cara, la poetessa cilena Jeanette Núñez Catalán e il poeta spagnolo Miguel Veyrat. Di sua cura e traduzione Urbs Aeterna (Edizioni Talos, 20 sonetti dedicati a Roma) di Julián Isaías Rodríguez. Attualmente sta preparando l’antologia bilingue Letras (ex Buena Letra), e l’antologia trilingue (portoghese,spagnolo, italiano) per la collana Letras che includerà i più prestigiosi poeti portoghesi contemporanei. Javier Lostalè
Tre inediti
Traduzione di Marcela Filippi Plaza

SOLITARIO

Tiene el solitario toda la luz dentro,
por eso se convoca a noche perpetua
sin dejar nunca de amanecer.
Núbil vive en el astro quieto de su sueño,
hundido su corazón en latitud sin orillas.
Exiliado fiel a su propio destino
mide lo infinito mediante latidos,
y redime tanta ausencia
con un adviento de sombras en calma.
Abre surcos el pensamiento del solitario
hasta tocar el embrión de lo iluminado,
y cada uno de sus deseos
se consuma en la vigilia con pulso
de un hondo ser sin nadie.
Desclavado de cualquier respiración
sabe llenar su pecho de mareas silenciosas,
y su meta está siempre en la partida.
Sin firmamento se desnuda el solitario
mientras es amado por lo que no existe.
Su destino es renacer
en la sorda transparencia del olvido.

SOLITARIO

Ha il solitario tutta la luce dentro,
per questo convoca sé stesso a notte perpetua
senza far mai finire d’albeggiare.
Nubile vive nel quieto astro del suo sonno,
piantato il suo cuore in latitudine senza sponde.
Fedele esiliato al proprio destino
misura ciò che è infinito attraverso i battiti,
e redime tanta assenza
con un avvento di ombre in quiete.
Apre solchi il pensiero del solitario
fino a toccar l’embrione dell’illuminato,
e ciascun dei suoi desideri
si consuma nella veglia con polso
di un profondo essere senza nessuno.
Affrancato da qualsiasi respiro
sa riempirsi il petto di maree silenziose,
e la sua meta è sempre nella partenza.
Senza firmamento si denuda il solitario
mentre è amato da ciò che non esiste.
Il suo destino è rinascere
nella sorda trasparenza dell’oblio.

*

¿DÓNDE ESTÁS?

¿Dónde estás, criatura sin amor de mi vida?
Como un planeta silencioso me envuelve tu luz
que tú no sabes y yo no alcanzo.
Quieta caminas hacia mí
dentro de tu ángel dormido
que con su halo de sueño
me despierta a tu lado,
bella criatura sin nombre ni cuerpo
a cuya sombra me entrego
en tiempo y espacio anterior al deseo,
pues allí donde existes
una forma muda
en soledad se recrea.
Pura ausencia de mi vida,
fe sin dios en que amanezco,
concíbeme en tu profundo latido sin aire
para que, juntos, nos olvidemos
en el mismo amor desierto.

DOVE SEI?

Dove sei, creatura senza amore della mia vita?
Come un pianeta silenzioso mi avvolge la tua luce
che tu non conosci e io non raggiungo.
Quieta cammini verso di me
dentro al tuo angelo addormentato
che con la sua aura di sogno
mi sveglia al tuo fianco,
bella creatura senza nome né corpo
alla cui ombra mi abbandono
nel tempo e spazio prima del desiderio,
poiché lì dove esisti
una forma muta
in solitudine si ricrea.
Pura assenza della mia vita,
fede senza dio in cui mi sveglio,
concepiscimi nel tuo profondo battito senz’aria
affinché, insieme, dimentichiamo
nello stesso amore deserto.

*

NUBES

No tienen memoria las nubes,
su tránsito de espejo en vuelo
se consuma en libertad de luz cambiante.
Apenas necesitamos levantar los ojos
para sentir el leve peso de sus formas,
tan ignorantes de nuestro desvelo
como de la soledad pequeña de unos pasos.
Ángeles insomnes de claridades y tormentas
queman las nubes el pecho adolescente
con su sofoco tibio de pajar.
Y si un viento de sombras las cruza
tiemblan navíos fantasma en cada ventanal
mientras al fondo manos maternas
se posan en un silencio azul.
Oro de sueños siempre en vilo
depositan las nubes en el corazón más solitario,
y el nadador cruza el río
en su propia constelación cegado.
A su paso las torres resumen
la tensión íntima del paisaje,
y entre valles el aire más alto
irradia su secreto.
En su luciente desvanecimiento
las nubes nos ignoran,
pero hay en ellas un fugitivo soplo carnal
que nos anuda sin tiempo ni destino
a la universal pulsación de lo aún no concebido.

NUVOLE

Non hanno memoria le nuvole,
il loro transito è uno specchio in volo
si consuma nella libertà di luce variabile.
C’è bisogno appena di alzare gli occhi
per sentire il lieve peso delle sue forme,
così ignorante della nostra insonnia
così come della piccola solitudine di alcuni passi.
Angeli vigili di chiarori e tempeste
bruciano le nuvole il petto adolescente
col loro affanno tiepido di paglia.
E se un vento di ombre le attraversa
tremano navi fantasma in ogni finestra
mentre in fondo mani materne
si posano su un silenzio blu.
Oro di sogni sempre sospeso
depositano le nuvole nel cuore più solitario,
e il nuotatore attraversa il fiume
nella propria costellazione accecato.
Al loro passaggio le torri riassumono
l’intima tensione del paesaggio,
e tra le valli l’aria più alta
irradia il suo segreto.
Nel loro lucente dissolversi
le nuvole ci ignorano,
ma c’è in loro un fuggitivo soffio carnale
che ci annoda senza tempo né destino
alla pulsazione universale di ciò che non è ancora concepito.


Fotografia di proprietà dell’autore