Paola Mancinelli, tre poesie da “Chirurgia del vuoto” (Pequod, 2025)

 

Paola Mancinelli (Taranto, 1974). Approfondisce gli studi filosofici e teologici, ottenendo il titolo di Magistero in Scienze Religiose. È poeta e artista visuale. È presente nell’antologia bilingue Sinfonìa de huellas, Un insieme di tracce. Sei poeti italiani, con traduzione in spagnolo, a cura di Rocìo Bolanos, FormArti 2023, nel volume Taranto, citta della poesia, a cura di Silvano Trevisani, Macabor (2022), nel volume Sud. Viaggio nella poesia delle donne (Volume secondo), a cura di Bonifacio Vincenzi (Macabor Editore, 2020). Ha pubblicato il libro di poesie La resa del grazie, Giuliano Ladolfi Editore (2019), con la prefazione di Giovanna Rosadini. È presente nelle raccolte poetiche Sud. I poeti (Volume sesto), a cura di Bonifacio Vincenzi, Macabor Editore (2019), Il corpo, l’eros, Giuliano Ladolfi Editore (2018), Parole Sante, Kurumuny Edizioni (2015). Ha pubblicato il libro d’artista Poesia, tempo presente. La parola e il tempo, Print Me Editore (2014). Suoi testi sono stati pubblicati su Atelier, Versante ripido, Perìgeion, Farapoesia, Centro Cultural Tina Modotti, su Repubblica Bari nella Rubrica La Bottega della Poesia curata da Vittorino Curci. Una selezione di sue poesie è stata tradotta in inglese dal poeta Patrick Williamson sulla rivista di letteratura The Antonym. Nel 2022 riceve il Primo Premio della 9ª Edizione del Concorso Internazionale di Poesia “Parasio – Città di Imperia”. Svolge la professione di insegnante. Fa parte della redazione online della rivista Atelier, trimestrale di letteratura, poesia e critica per la quale cura la rubrica Visuale sul Novecento.

 

 

 

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Dalla quarta di copertina:

 

“Questo nuovo libro di Paola Mancinelli è un viaggio metafisico fedele alla verità dell’esperienza del vuoto interiore. È un retablo composto da cinque “scomparti” testuali (non a caso ordinati in una sequenza che va da “Sezione come conoscenza” a “Lo spazio ulteriore”) volti a dar conto della notte oscura di un’anima pervasa, votata alla continua ri-significazione del reale per vie di spogliamento. Nella poesia di Mancinelli, il lascito dei versi della scrittura, cioè, più precisa, accurata e rigorosa è la testimonianza di un’avventura non soltanto letteraria. Anche per questo motivo la lettura di Chirurgia del vuoto ci convoca con naturalezza ad accostare il perimetro della mistica”.

 


Massimo Morasso

 

 

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Questo eterno cadere
precipitare giù dal verso
dalle dita del pensiero.
Rimanere in quello spazio tra il costato
e l’aurora. Brandendo la lingua del togliere
osare un salto mortale nel nome che si arrende,
un crollo disumano che si compie
nel luogo del retrocedere.
Sbandieri la tua bocca randagia
che spalanca un bosco di figure.
Un cenno per orientarsi
nell’indifferenza degli astri.
Qui è tutto un recidere dall’alto.
Fratello mio, come è eterno ciò che tace.

 

 

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Viene da lontano e non hai scampo.
Una belva silenziosa dentro a un fosso.
Il corpo è una stanza che si tende
brucia di meraviglia l’alfabeto di figure
sale fino al punto in cui il finito si scompone.
È una curva piena, una vertigine
un cono abissale, la furia disarmata del tuo sogno.
Crolla la parola e non hai fiato
resta solo un pugno di vita stretto al suolo
una sillaba accovacciata,
carità del risveglio e della luce.

 

 

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Il lupo coricato nel tuo sogno
giace, a pelo d’acqua, nel bianco
delle zanne. Dormi nel ventre della terra,
la schiena sgretolata della notte avanza
nel torpore mutilato dei ceppi.
Ecco, in lontananza, la vena del tuono.
Un’ancora gettata nel deserto.

 

 

 

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Fotografia di proprietà dell’autrice.