Alberto Pellegatta è nato a Milano nel 1978. Laureato in Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Milano, ha pubblicato Mattinata larga (Faloppio, LietoColle, 2001) e L’ombra della salute (Milano, Mondadori 2011). Presente nelle antologie I poeti di vent’anni (Brunello, Stampa, 2000), Nuovissima poesia italiana (Milano, Mondadori, 2004) e Almanacco dello Specchio (Ibid., 2008), ha vinto la prima edizione del Premio Biennale Cetona e il Premio Amici di Milano. Scrive d’arte (L’artista, il poeta, Skira 2010 ecc.) e collabora come critico con quotidiani e riviste. Dirige la collana Poesia di ricerca per Edb Edizioni. Ha fatto parte della giuria del Premio d’arte San Fedele e del Premio Maccagno, concentrando la propria ricerca sui giovani artisti. Il testo qui proposto è estratto dalla raccolta in uscita per Lo Specchio Mondadori il 16 giugno 2016 Ipotesi di felicità.
Alberto Pellegatta
da Ipotesi di felicità
(in uscita il 16 giugno 2017 per la collana Lo Specchio Mondadori)
Lunga lettera a A. P.
Sembra l’adolescenza
ma è solo un drink con un estraneo
piacere insolente.
Come scriveremo tra decenni
– in codice, senza verbi –
pressioni di cerbiatti sulla neve.
Convincerci, come prima di una recita,
che anche questa perfidia ci appartenga.
Non esistere, per quanto eccellenti siano
le camicie nei cassetti. Continuerebbe
bene anche nei bassifondi.
Messo il libro sullo scaffale giusto
starai meglio, tra le robinie e le tue scatole
seriali, che spaventano le ragazze, vuote.
Lo chiami spirito ma è un disturbo del sonno
che ci riporta agli entusiasmi dei doganieri.
“Lo Specchio Mondadori, storica collana di poesia italiana che ha pubblicato in presa diretta autori come Montale, Ungaretti, Sereni, Fortini e Zanzotto, rinnovata graficamente e ora a cura di Maurizio Cucchi, pubblica il poeta under 40 Alberto Pellegatta.
«La concretezza di una visione disincantata viene espressa nell’eleganza raffinata di una scrittura insieme sciolta, comunicativa, vivace e capace di passare dal verso alla materica densità di brevi componimenti in prosa. Notevole è poi il senso esplicito per l’insieme architettonico del libro, concepito come vero e proprio organismo, in linea con i maggiori esiti della poesia contemporanea. Nel fitto gioco di rimandi interni che questa Ipotesi di felicità offre nella sua tessitura, sono sicuramente importanti i passaggi in prosa, come nell’esemplare capitolo del suo bestiario, in una sottilmente ironica capacità che esibisce: quella di assimilare la natura di queste figurine animali a quella degli umani nei loro toni e comportamenti. Possiamo ben dire che la poesia di Alberto Pellegatta, nel suo elevato livello intellettuale e di scrittura, non è già più quella di una promessa, ma una piena, felice acquisizione nel panorama letterario del nostro tempo».
(dal risvolto di Maurizio Cucchi)
Fotografia dell’autore di Antonio Riccio