Franca Alaimo esordisce come poeta nel 1991 con Impossibile luna, a cui seguiranno altre venti sillogi, le più recenti delle quali sono Elogi (Ladolfi), Sacro cuore (Ladolfi), Oltre il bordo (Macabor), 7 poemetti (Interno Libri). Sul sito La Recherche ha pubblicato quattro e-book (tre sillogi poetiche ed un epistolario). Ha collaborato con P. Terminelli nella redazione della rivista L’involucro, con T. Romano in quella di Spiritualità & Letteratura e con Maggiani e Brenna, direttori della rivista online La Recherche. Ha tradotto dall’inglese due brevi sillogi di Peter Russell. Ha pubblicato saggi sulla poesia di D. Cara, T. Romano, G. Rescigno, L. Luisi, F. Loi, l’Antigruppo siciliano, V. Fabra e centinaia di recensioni sulla produzione dei poeti contemporanei. È presente in molte antologie (Newton Compton, LietoColle, Aragno, l’Arca Felice, ecc.) e riviste (tra le quali Poesia di Crocetti, Atelier, Italian Poetry Review, Il Portolano) e storie della letteratura contemporanea, tra le quali Insulari. Romanzo della letteratura siciliana a cura di Stefano Lanuzza (Stampa Alternativa, 2009). Nel 2018 ha curato per l’editore Ladolfi, insieme a Antonio Melillo, l’antologia L’eros e il corpo. Un’auto-antologia è uscita nel 2017 sul sito online Bomba Carta, gestito da Liliana Porro e Elio Andriuoli. È autrice di tre romanzi: L’uovo dell’incoronazione, (Serarcangeli, 2001), Vite Ordinarie (Ladolfi, 2018) e La gondola dei folli, edito da Spazio Cultura. Alcuni suoi testi sono stati tradotti in varie lingue (tedesco, spagnolo, turco, romeno).
Nel 2020 Bonifacio Vincenzi le dedica una monografia che inaugura una collana sulla poesia siciliana. È stata recentemente inserita in Dizionario critico della poesia italiana (1945-2020), a cura di Mario Fresa (Società Editrice Fiorentina, 2021). Nel 2024 pubblica, con Andrea Castrovini, Daìta Martinez e Pietro Romano, Il pettirosso rosso haiku (Ladolfi) e nello stesso anno 100 poesie (peQuod).
Collabora con la rivista on-line L’estroverso e con altri blog e riviste cartacee.
Dirige, per la casa editrice ilglomerulodisale di Gaetano Giuseppe Magro, la collana La rosa del guardare.
* * *
Alla mia gatta
Emergo dai miei sogni
tutta smembrata;
l’anima dal corpo,
il corpo dal tempo,
il tempo da questo spazio
che più non riconosco.
Mi fissa imperturbabile
l’angelo domestico
con i suoi occhi
di sacro oro bizantino
e mi ricorda che
per ricomonicare
devo riempire
il vuoto della ciotola.
*
Autunnale
Che l’unico mio monile
sia lo splendore di una foglia
autunnale con tutti i suoi colori.
Che dopo una così lunga battaglia
il suo leggero cadere
sia il mio saluto al mondo:
l’età dell’oro è quella in cui si muore,
quando conosciamo il silenzio
senza grammatica e nomi,
quando dormiamo tutte le notti
all’aperto sotto le stelle lucenti
e il freddo non ci fa più tremare.
La morte è il nostro giardino
dietro la finestra.
*
Metafore
Per aggiustare i dolori ho imparato
a spargere l’aroma delle metafore
nei miei versi. Guardando il biancore
della luna che penetra nella stanza
ricopio sul foglio il volto di mia madre
china sul mio respiro di bambina;
e poi, quando fa vento, scrivo ‘fruscìo’
ed è quello dei noccioli davanti all’uscio
di casa: imparai a contare contandoli:
uno due tre quattro, quanti furono
i nostri anni insieme.
L’estate è una manciata di more
buone e dolci come la sua voce
che annuso, che mangio, che mi colora
la bocca e dico: viola,
come vedessi la sua veste di cotone
che s’impiglia tra rovi e ramaglie.
E prima di ogni parola,
la più antica figura dell’acqua uterina,
che in lei navigai, fu il fiume,
quel caro mormorio
sempre trascorrente nei pensieri,
rete d’incanti l’acqua blu e oro
dove i suoi capelli s’allargavano
come petali di girasole,
sulle rive il verde cupo degli aquifogli
e i fiori bianchi delle petagne,
i colori benedetti dell’infanzia.