José Cereijo – inediti

CEREIJO.01

José Cereijo è nato a Redondela (Pontevedra) nel 1957. Dal 1968 vive a Madrid. Ha pubblicato cinque libri: Limiti (raccolta Melibea, Talavera de la Reina, 1994); Le trappole del tempo (Hiperión, 1999); L’amicizia silenziosa della luna, Haikus, (Pre-Textos, 2003); Musica per sogni, (Pre-Textos, 2007), I doni dell’autunno (Pre-Textos, 2015), e uno di racconti, Apparenze (Renacimiento, 2005). E’ stato pubblicato in diverse antologie. Collabora in diversi media, di carta stampata e digitale, nei quali ha pubblicato articoli, recensioni di libri e altri testi letterari ed è curatore di un’antologia di poesia di Leopoldo Panero, Memoria del cuore (Renacimiento, 2009) e di un’altra sulla poesia di Javier Lostalé, Blu rugiada (Renacimiento, 2014). Ha pubblicato anche una traduzione delle Odi di Keats (Polibea, 2016) e, in collaborazione con sua moglie, Miranda Taibo, una selezione della poesia di Emily Dickinson, intitolata Lettera al mondo (Renacimiento, 2016). Mostre del suo lavoro sono apparse in diverse lingue europee e di altri luoghi. Prossimamente, è prevista la pubblicazione di una raccolta di articoli su letteratura e arte.

José Cereijo

(inediti)

traduzione dallo spagnolo di Marcela Filippi Plaza

 

 

TRISTE ROSA

La triste rosa ha abierto esta mañana sus pétalos al beso (para ella mortal) del aire y de la luz.
Al borde de un abismo prodiga su belleza, esa defensa inútil,
Como si, al revés que nosotros, no buscara con ser la salvación (y aun la desdeñase ocultamente),
Sino una justificación más honda, y de otro orden. ¿Morirá porque debe? –No, no es verdad, no la
                                                                                                                 [defiende su belleza,
Que sólo hace más triste su final. Es en otro lugar donde es invulnerable (pero, ¿cómo entenderlo?):
Allí, en aquello que hace de su muerte, de su vida tan breve, un destino en sí mismo.

LA TRISTE ROSA

La triste rosa ha aperto questa mattina i suoi petali al bacio, per essa mortale, dell’aria e della luce.
Sull’orlo di un abisso prodiga la sua bellezza, quella difesa inutile,
come se, a differenza nostra, non cercasse di essere la salvezza, (ma la disdegnasse ocultamente),
bensì una giustificazione più profonda, e di altro ordine. Morirà perché deve? -No, non è vero, non la
                                                                                                              [difende la sua bellezza,
che rende solo più triste la sua fine. E’ in un altro luogo dov’è invulnerabile (ma, come capirlo?):
lì, in ciò che fa della sua morte, della sua vita così breve, un destino, di per sé.

CEREIJO 02
ULISES

Besarte todavía, mientras en los cristales
una luz indecisa
anuncia la llegada de un día no previsto
en el que vivir juntos, pero esta vez a solas.

Prometerte en voz baja que ya nunca
me volveré a marchar -y que esta vez sea cierto,
porque ya no hay caminos
o perdí su recuerdo.

Saber, hermosamente,
que ya todo es mentira, y que no importa,
porque, después de la verdad, hay vida,
o, más allá de una verdad, hay otra.

Y aprender el amor que cabe en tanta ausencia.

ULISSE

Baciarti ancora, mentre nei cristalli
una luce indecisa
annuncia l’arrivo di un giorno non previsto
in cui vivere insieme, ma questa volta da soli.

Prometterti a voce bassa che mai più
partirò di nuovo -e che questa volta sia vero,
perché non ci sono più strade
o ne ho perso il ricordo.

Sapere, leggiadramente,
che ormai tutto è bugia, e che non ha importanza,
perché, dopo la verità, c’è vita,
o, che oltre una verità, ce n’é un’altra.

E imparare l’amore che sta in tanta assenza.

CEREIJO 01
NUNCA

Nunca dormí en tus brazos.
Nunca me desperté de madrugada y vi el armario, la ventana, los libros,
o escuché el ruido de las cañerías, los pasos solitarios en la calle,
y pensé, incrédulo, que, puesto que todo aquello era real,
tú también debías serlo.
No supe a qué sabían tus labios, o tu risa.
No te vi desnudarte.
No supe ni sabré jamás cómo tus ojos, en el acto del amor, incendiaban la noche.
Esa ausencia es, lo sé bien, una mutilación irremediable;
es un triste muñón, que llevaré conmigo hasta la muerte.
También es, a su modo, forma y prueba de amor; de lúcido y humillado amor;
de devastado y verdadero amor, que ofrezco a tu recuerdo.

MAI

Mai ho dormito tra le tue braccia.
Mai mi sono svegliato all’alba e ho visto l’armadio, la finestra, i libri
o sentito i rumori dei tubi, i passi solitari in strada,
e ho pensato, incredulo, che, visto che tutto era reale,
anche tu dovevi esserlo.
Non ho saputo a cosa sapevano le tu labbra, o la tua risata.
Non ti ho vista denudarti.
Non ho saputo né saprò mai come i tuoi occhi, nell’atto dell’amore, incendiavano la notte.
Quell’assenza è, lo so bene, una mutilazione irrimediabile;
e un triste moncherino, che porterò con me fino alla morte.
E’ anche, a modo suo, forma e prova d’amore, di lucido e umiliato amore,
di devastato e vero amore, che offro al tuo ricordo.


José Cereijo è nato a Redondela (Pontevedra) nel 1957. Dal 1968 vive a Madrid. Ha pubblicato cinque libri: Limiti (raccolta Melibea, Talavera de la Reina, 1994); Le trappole del tempo (Hiperión, 1999); L’amicizia silenziosa della luna, Haikus, (Pre-Textos, 2003); Musica per sogni, (Pre-Textos, 2007), I doni dell’autunno (Pre-Textos, 2015), e uno di racconti, Apparenze (Renacimiento, 2005). E’ stato pubblicato in diverse antologie. Collabora in diversi media, di carta stampata e digitale, nei quali ha pubblicato articoli, recensioni di libri e altri testi letterari ed è curatore di un’antologia di poesia di Leopoldo Panero, Memoria del cuore (Renacimiento, 2009) e di un’altra sulla poesia di Javier Lostalé, Blu rugiada (Renacimiento, 2014). Ha pubblicato anche una traduzione delle Odi di Keats (Polibea, 2016) e, in collaborazione con sua moglie, Miranda Taibo, una selezione della poesia di Emily Dickinson, intitolata Lettera al mondo (Renacimiento, 2016). Mostre del suo lavoro sono apparse in diverse lingue europee e di altri luoghi. Prossimamente, è prevista la pubblicazione di una raccolta di articoli su letteratura e arte.

Fotografia di proprietà dell’autore

Marcela Filippi Plaza (1968) è una traduttrice cilena che vive in Italia, i cui studi e traduzioni hanno contribuito in maniera importante  alla diffusione della letteratura latinoamericana, spagnola e portoghese in Italia. Il suo alto grado di conoscenza delle lingue romanze e dell’inglese le è servito per poter sperimentare anche nuove attività editoriali.  Ideatrice del progetto delle antologie bilingue Buena Letra 1 (2012) e Buena Letra 2 (2014) di scrittori ibero-americani tradotti per la prima volta in italiano, e della collana bilingue Fascinoso Verbum.
Attualmente si occupa della traduzione di poesia medievale italiana. Inoltre, sta preparando l’antologia bilingue Letras (ex Buena Letra), e l’antologia trilingue (portoghese,spagnolo, italiano) per la collana Letras che includerà i più prestigiosi poeti portoghesi contemporanei.
Per Atelier ha tradotto anche Edmundo Herrera, Marta López Vilar, Santos Domínguez Ramos, María Isabel Saavedra, e José Angel García Caballero.