Può bastare così
In fondo, lo aspettiamo da una vita
questo momento, e non ci pare vero
che, giunti a questo punto, non sentiamo
più niente. Cercavamo un refrigerio,
dopo l’arsura, un mestolo nel secchio
del pozzo e la parvenza di un giaciglio
dove posare il capo. Quelle corse
scomposte alla sorgente delle lacrime
hanno lasciato il segno, ma soltanto
chi c’era può saperlo. Può bastare
cosí per questo vuoto, unico frutto
della stanchezza: un frutto di stagione,
si potrà dire. È un nome che scompare
quello del melograno, o dell’alienga
che si metteva ad appassire al buio
della cantina. C’era questa voce:
che i morti la gradissero, a novembre.
Ma giunti a questo punto può bastare
cosí. Soltanto il tempo dirà come
si vive quando tutto il resto muore.
Il baricentro
Soltanto questo, forse, ci appartiene:
l’enigma senza fine della notte,
il dedalo dei passi sulle strade
di pece. Hai preso il largo nel recesso
più fitto della macchia, alla deriva
del tempo che ci umilia. Il baricentro
è ancora lí, nessuno può negarlo;
la bussola è un quadrante sbigottito
perché qualcuno adesso ha tolto l’ago:
trovi la rosa e non c’è piú la spina.
Così non sai che fartene dei venti
nella stagione inerte del grecale.
Occorre la cautela degli amanti
che accendono fiammiferi nel buio:
ci serve la vertigine del pozzo,
l’uncino dei tornanti, il miele amaro:
per vivere, o magari per provarci.
Procedere per schegge
Non per la morte, solo per la vita
si estinguerà la luce dell’ibisco
che si è incurvato al tedio dell’estate.
Cos’è questo procedere per schegge
che infiammano le notti di catrame?
Cos’è questa progenie di fantasmi
che puntano sul vizio delle carte
per vincere la sorte e condannarci
a un coro petulante di cicale?
L’estate muore, come le sterpaglie
che bruciano nei campi, presidiati
dal volo ininterrotto dei piccioni.
I giorni sono pelle di serpente
raccolta dal signore dei rottami.
Chissà che ne faremo dell’autunno,
quando verrà a picchiare sul battente,
chissà se piangerò nelle tue mani.
Tienila accesa tu quella lucerna,
non dare corpo all’ombra che rimane.