Martina Abbondanza
(inediti)
I
Le vedo entrare dalle porte
quando le stanze sono vuote
ed è ancora troppo presto per arrivare.
Deve esserci un motivo
per l’ingresso di un’ombra
che ti si ferma di fronte e sparisce
come le cose di cui non si vuole parlare.
C’è profumo di erba appena tagliata
è solo questa la benedizione:
concedetemi di guardarvi.
II
Concedetemi di guardare
quando gli esseri umani non sanno di essere visti
e vivere sul mare torna ad avere il suo senso.
Si sincronizzano i mondi:
l’aldilà è da questa parte.
Troveremo la cifra,
come si dice, delle nostre voci.
Quelle sono le ombre che non hanno obbedito,
non hanno lasciato
solo i corpi, sulla terra.
III
Scusatemi se parlo di ombre,
e non so dire spiriti.
Nascono dal verbo spirare,
comprendono il soffio, la vita
che finisce nell’espirazione.
-l’espiazione, a volte, è prima del peccato.-
Io vi ascolto sin da bambina
e non capisco i lamenti
delle anime che non riescono a passare.
Martina Abbondanza (Cesena, 1993). È stata presentata come poeta emergente da Umberto Piersanti al festival Parco Poesia di Rimini, al quale è stata invitata per le ultime tre edizioni. Ha collaborato come giornalista alla sezione culturale del quotidiano La Voce di Romagna e in collaborazione con Casa Moretti organizza letture di poesie per il Comune di Cesenatico. Studia Lettere Antiche a Firenze, dove attualmente vive. Suoi testi sono stati presentati nella rivista Atelier (n. 70, giugno 2013) e nell’antologia fotografica di Daniele Ferroni I volti delle parole (Fondazione T.Balestra., 2014) Ha pubblicato Il giorno tutto (Giuliano Ladolfi Editore, 2016; Premio Rimini)
Fotografia di proprietà dell’autrice